sabato 9 giugno 2018

Gruppo di Sezano | Incontro del 17 marzo 2018 | Premessa di Paolo Cacciari

Incontro del 17 marzo 2018

Siamo felici della partecipazione all'incontro di sabato 17 marzo perchè siamo stati in molti a rispondere positivamente alla proposta di scrittura della Carta dell'Umanità e perchè abbiamo espresso liberamente ciò che questa proposta ha sollecitato in noi. Esperienze, riferimenti, suggerimenti, dubbi...  riflessioni che Mimmy ha premurosamente trascritto sui cartelloni 

Come d'accordo, Paolo Cacciari ha scritto una premessa alla Carta che propone di titolare Carta del cammino umano. (vedi sotto)

In vista del prossimo incontro, si diceva di accogliere la proposta di Ernesto Guerriero: scrivere brevemente un'esperienza di umanità che abbiamo vissuto facendo emergere le "parole" che l'hanno caratterizzata:  "come abbiamo declinato la parola umanità nella nostra esperienza?". Così si potrebbe realizzare un Glossario della Carta dell'Umanità condiviso. 

Sempre a proposito del Glossario, abbiamo sottolineato alcune parole che ci sembrano particolarmente importanti che potremmo cercare di condividere nel loro significato: umanità, comunità, diritto, complementarietà, corresponsabilità, povertà, relazione con il vivente, diversità.

E' confermata la possibilità di organizzare un incontro di approfondimento a Sezano con Gregorio Monasta  sulla Dichiarazione dei Diritti Umani a settant'anni dalla sua emanazione
sabato 5 maggio 2018 ore 15-17 
Il mattino, invece, ci incontreremo dalle 9.30 alle 13 per proseguire nel lavoro di scrittura della Carta.

Premessa di Paolo Cacciari
Gruppo di Sezano del progetto di scrittura condivisa di una Carta dell’umanità e della vita
SCHIZZO (bozza martire) di Premessa
CARTA DEL CAMMINO UMANO (proposta di titolo provvisorio)
Presentazione.
Partiamo da noi, dai motivi che ci muovono, dai nostri desideri, dalle nostre speranze.

Chi siamo? Siamo piccoli gruppi di donne e di uomini di diverse età, estrazioni sociali e culture che vivono in luoghi diversi dei quattro Continenti della Terra. Siamo accumunati da una grande preoccupazione per le sorti nostre, dei nostri figli, dell’intera umanità e dello stesso mondo vivente (biosfera).

A chi ci rivolgiamo? Ai nostri simili, a partire da chi ci è più vicino (familiari, colleghe e colleghi di lavoro, compagne e compagni di studio, amiche e amici), fino ad arrivare a tutti coloro che ricoprono varie responsabilità in tutti gli ambiti, pubblici e privati, scientifici, economici e politici, a tutte le scale.
Cosa vogliamo? Desideriamo che vengano individuate le cause profonde dei mali che attanagliano l’umanità e che vengano trovate delle soluzioni appropriate, tempestive e condivise.
Come pensiamo di agire? Attraverso l’impegno diretto di ciascuna e ciascuno di noi per far emergere nuovi sistemi di relazioni personali più consapevoli, più responsabili, più solidali, più ricche di umanità. A partire dalle esperienze concrete positive di vita vissuta.
Quali sono i nostri riferimenti culturali? Non partiamo da zero! L’umanità è stata in grado di elaborare pensieri elevati e di stabilire principi etici e morali all’altezza di ogni nostro problema. Pensiamo alla Carta dei diritti dell’uomo dell’Onu del 1948 (e delle molte convezioni successive, a partire dalla Carta di Pechino delle donne), così come a molte delle Costituzioni degli stati nazionali europei scritte dopo le immani tragedie delle due guerre mondiali. Prendiamo come punti di riferimento anche la Carta della Terra (2007), l’enciclica Laudato Si’ di papa Bergoglio (2015), il Manifesto Terra Viva di Navdanya International (2015), il Manifesto convivialista e molti altri documenti, dichiarazioni, manifesti che indicano quale dovrebbe essere lo scopo delle attività umane: prendersi cura di ogni forma di vita sulla Terra.
Premessa
Una nuova narrazione del mondo è possibile

Ciascuno di noi – pur nella sua individualità e diversità di condizioni e di contesti – vive comunque immerso in un mondo sempre più pervaso da mirabolanti strumenti tecnologici che moltiplicano la produttività sociale, la circolazione di beni e servizi, le aspettative di benessere. Al tempo stesso, però, assistiamo alla crescita delle disparità nell’accesso alle risorse naturali e alla conoscenza, all’aumento di odiose diseguaglianze sociali, allo stress ambientale e ad una generale sensazione di insicurezza e incertezza del futuro. La ripresa della corsa al riarmo (di tutti i tipi: degli apparati militari, delle polizie ed anche dei privati) è il segnale più allarmante della violenza strutturale permanente su cui poggiano i poteri costituiti in questo nostro mondo. Ma molti altri sono i sintomi di una crescente sofferenza umana: il permanere della miseria; l’aumento esponenziale dei disturbi comportamentali e mentali e la loro farmacolizzazione; l’aumento delle solitudini (disgregazione dei legami familiari e aumento delle “famiglie” mononucleari); il dilagare della corruzione e della mercificazione di ogni tipo di rapporto interpersonale.
In generale, siamo preoccupati perché abbiamo la sensazione che stiano crescendo alla base della società umana sentimenti e comportamenti egoistici, astiosi, finanche malevoli nei confronti dell’altro da noi, del diverso, dello sconosciuto, del più debole. Siamo altresì preoccupati della perdita di memoria delle tragedie di cui è costellata la storia umana provocate da elite irresponsabili.

Per riuscire a risalire al più presto la china della decadenza culturale e sociopolitica è necessario che l’umanità riprenda un cammino verso una nuova visione del mondo più positiva, desiderabile e armoniosa. I principi cardine di questa visione sono il riconoscimento delle esigenze vitali incomprimibili di ogni essere umano (il diritto alla vita dignitosa); la compresenza, la complementarietà e l’interdipendenza di ogni forma di vita sul pianeta (superare la dicotomia uomo/natura); l’interazione corresponsabile, solidale e mutuale di ogni azione umana(la democrazia planetaria).

Non si tratta di utopie astratte, di sogni inconsci, ma di bisogni e desideri concretissimi che sono indissolubilmente radicati dentro la coscienza di ciascun essere umano e che vanno finalmente liberati e fatti valere nell’agorà delle città, nelle discussioni pubbliche, nei luoghi della politica.


Parte Prima. Il tempo dell’ecocene (dall’ antropocene all’ecocene)
Parte seconda. L’ “audacia” istituzionale (l’autogoverno, la a democratizzazione della democrazia)
Parte terza. I processi costituenti (ripartire dalle esperienze personali)




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IL FORUM INTERNAZIONALE

A Verona la prima Agorà
degli Abitanti della Terra


Sono previste 200 persone da tutto il mondo. L'incontro veronese si situa nell'ambito della campagna "L'audacia nel nome dell'umanità". L'obiettivo è quello di redigere la Carta dell'Umanità per dare fondamento giuridico all'umanità e a un nuovo soggetto di diritto: l'abitante della Terra.
Tanti i protagonisti e i testimoni.

VERONA - Meno di un mese alla prima Agorà degli abitanti della Terra. Un programma denso di tre giornate che vedrà la partecipazione di circa 200 persone da varie parti del mondo, che da oltre un anno lavorano per la campagna "L’Audacia nel nome dell’Umanità”, lanciata dall’economista italo-belga Riccardo Petrella.
Saranno presenti anche volti noti dell’impegno sociale e culturale, come l’attore Moni Ovadia, il vescovo della Patagonia cilena Luis Infanti de la Mora, il teologo della liberazione latino-americana Marcelo Barros, il filosofo Roberto Mancini, la coordinatrice del Global Justice Network Francine Mestrum, nonché testimoni del Sud, come la mediatrice camerunense Marguerite Lottin, il medico indiano Siddhartha Mukherjee e Isoke Aikpitanyi, che si è liberata dal racket della prostituzione nigeriana e vincitrice del premio Donna dell’anno 2018.

L’evento “Agorà degli abitanti della Terra” è in realtà solo il primo passo di una iniziativa più ampia che ha come obiettivo il riconoscimento dell’Umanità come attore principale nella regolazione politica, sociale ed economica a livello globale. La sfida ambiziosa di stilare la Carta dell’Umanità, si pone come reazione costruttiva alle attuali spinte disgregatrici e divisive, che stanno rapidamente allontanando le persone dal riconoscersi parte della stessa “comunità umana” e dello stesso pianeta. Spinte che hanno portato nel tempo alla mercificazione di ogni forma di vita, alla privatizzazione dei beni comuni, alla monetizzazione della natura e ad un sistema finanziario predatorio, per citarne alcune.
Ecco allora che si è creato un nuovo spazio di dialogo e confronto, dove i gruppi promotori provenienti da Italia, Belgio, Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Tunisia, Canada, Cile, Brasile e Argentina, presenteranno i loro lavori e si confronteranno su nuove proposte, in sessioni plenarie e parallele, presso il Monastero del Bene Comune di Sezano, sulle colline veronesi.

L'altro ambito di lavoro di questi giorni veronesi sarà l'istituzione (per il momento simbolica) di una “Carta d'identità mondiale degli abitanti della terra”. I Comuni potranno riconoscere che tutti gli esseri umani, radicati nei loro innumerevoli luoghi di vita sono abitanti di una stessa "comunità di vita” prima di essere cittadini di singoli stati. Finora i Comuni che hanno formalmente aderito sono: San Lorenzo (Argentina), Fumane e Canegrate (Italia), La Marsa (Tunisia), Palau Saverdera (Catalonia) oltre alla rete dei Comuni solidali (Recosol) e l'associazione nazionale dei Comuni virtuosi.

I temi previsti sono le diseguaglianze, l’impoverimento e l’esclusione sociale, il disarmo del sistema finanziario, la messa al bando delle armi, i beni comuni come l’acqua, il ripensare ad una collaborazione tra cittadini e organizzazioni non governative, e nuove visioni sul cammino dell’Umanità in questa fase di transizione.

GL