sabato 9 giugno 2018

Carta dell'Umanità | Primo schizzo (RP)



« Progetto Umanità »

      Progetto d’Azione



CARTA DELL’UMANITÀ

Dalla « Carta della Terra » alla « Carta della Vita »


Primo schizzo (RP)


Documento di lavoro per l’incontro del 16 dicembre 2018 Sezano (Verona)



INDICE

Introduzione. Dalla « Carta della Terra »  alla «  Carta della Vita »

Parte Prima. Il tempo dell’ecocene
I principi fondatori

  • Il principio di responsabilità dell’umanità. L’imperativo planetario
  • Il principio della vita e del vivere insieme
  • Il principio dell’abitare e della casa comune
  • il principio dei diritti di tutte le specie viventi
  • I principi di giustizia, uguaglianza, libertà e democrazia

Parte Seconda. L’audacia istituzionale
I principi ispiratori

  • Il primato del Patto sociale mondiale
  • La centralità del diritto
  • La priorità alle regole ed alle pratiche della partecipazione
  • Un’architettura non lineare del governo della casa comune

Parte Terza. I processi costituenti
I principi d’orientamento

  • I percorsi di mutamento del sistema finanziario/economico
  • Le modalità dello sradicamento dei fattori strutturali generatori delle inuguaglianze rispetto ai diritti e doveri
  • Le rotture per far nascere una comunità mondiale che ripudia la guerra
  • le traiettorie della lotta contro le cause antropiche del cambiamento climatico




Introduzione. Dalla « Carta della Terra » alla »Carta della Vita »

Questo testo rappresenta un tentativo, certamente non il primo, da parte di cittadini provenienti da diversi paesi e regioni del mondo di esporre la loro visione, in quanto abitanti della Terra, di cosa dovrebbe essere  una politica della vita del pianeta Terra da parte e nel nome dell’umanità. Da qui la forma adottata di « Carta dell’umanità », prefigurazione lontana, allo stato bruto, di una futura auspicabile «Carta costituzionale dell’umanità ».

Uno dei tentativi più interessanti di questi ultimi ventanni, al di fuori di quelli internazionali  intergovernativi promossi nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite,(1) è costituito dalla « Carta della Terra ». Nata nel 1994 per iniziativa di due personalità « mondiali », Maurice Strong e Mikhaïl Gorbachev, la « Carta dellaTerra » è figlia della nuova coscienza « ambientalista » ed « ecologica » sviluppatasi a partire dagli anni ‘70 (« Halte à la croissance » del Club di Roma) e consolidatasi negli anni ‘80 e ‘90 a seguito del Rapporto Brundtland sulla sostenibilità (1987) e della diffusione mondiale delle tesi sullo sviluppo durevole e l’economia verde (Rio, 1992).

Approvata nel 2000 a seguito di una consultazione popolare, essa è stata sottoscritta e adottata da più di 5.000 associazioni e ONG nel mondo intero. Come è scritto nella « Carta » essa « ha lo scopo di ispirare in tutti i popoli un senso di interdipendenza globale e di responsabilità condivisa per il benessere di tutta la famiglia umana, della grande comunità della vita e delle generazioni future”. Si appella all'umanità per promuovere una collaborazione globale in una svolta critica della storia. La visione etica della « Carta della Terra » suggerisce che la protezione dell'ambiente, i diritti umani, lo sviluppo umano equo e la pace sono interdipendenti ed indivisibili. La « Carta » fa riferimento, per la prima volta in un contesto

(1) Pensiamo in particolare all’organizzazione da parte dell’ONU dei tre Vertici Mondiali della Terra (Rio, 1992 ; Johannesburg, 2002 e Rio, 2012) che hanno alimentato, tra l’altro, l’Agenda mondiale 2000-2015 (Gli obiettivi dello sviluppo del Millennio) e l’Agenda mondiale 2015-2030 (Gli obiettivi dello sviluppo sostenibile), cosi come le numerose COP sul cambiamento climatico ed il Trattato di Kyoto (2007-2012).
..internazionale formale, alla nozione di « grande comunità della vita » per parlare dell’insieme della vita sul pianeta Terra. Cio’ nonostante e malgrado la bella e utile impalcatura concettuale della « Carta » attorno a 4 pilastri e a 16 principi (2), la « Carta » è marcata da due limiti : non mette in questione i principi fondatori del sistema economico e politico-sociale che ha portato all’attuale grande crisi ecologica ed economica mondiale ( quali diritto di proprietà intellettuale privata sul vivente, mercificazione della vita, monetizzazione della natura, sovranità assoluta nazionale sulle risorse naturali, privatizzazione dei servizi idrici e delle sementi, primato della sicurezza nazionale energetica, alimentare….) . Inoltre, parlando di cooperazione globale, essa la mantiene nell’ambito riduttore del modello del multilateralismo internazionale intergovernativo dimostratosi incapace di risolvere i problemi mondiali planetari.

A nostro avviso, un secondo tentativo rappresenta verosimilmente un passo avanti più decisivo. Si tratta della confluenza di una pluralità di correnti di opinione sviluppatesi in maniera autonoma in diverse parti del mondo (pensiamo alle tesi su Gaia, alle concezioni amerindiane di Pachamama e del buen vivir, alle concezioni della nonviolenza, alle teorie e le pratiche dei beni comuni e della res publica, ai movimenti di opposizione contro la mercificazione e mercatizzazione della vita, alle pratiche dell’auto-organizzazione e della democrazia partecipativa, alla critica del tecnologismo feticcio….), ma legate da una comune opzione in favore di una visione del mondo e della vita che assume l’integralità delle dimensioni ecologiche, economiche , politiche e etiche. Un’espressione fortunata di questa confluenza è indubbiamente rappresentata dalla seconda enciclica di Papa Francesco, « Laudato sii » ,che puo’ essere definita come una vera e propria « Carta della Vita » che nel linguaggio di Papa Francesco sarebbe  « Carta della Creazione ».

In effetti, l’oggetto della Laudato sii è il rapporto tra gli esseri umani e la creazione. L’enciclica afferma che la crisi ecologica è «...una conseguenza drammatica dell'attività incontrollata dell'essere umano» e che sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta

(2) I quattro pilastri sono : rispetto e cura per la omunità della vita ; integrità ecologica,giustizia economica e sociale,democrazia, non violenza e pace. Riguardo i 16 principi in dettaglio, rinviamo a http://earthcharter.org/discover/download-the-charter/
«...attraverso uno sfruttamento vittima di siffatta degradazione». Da qui «...l’urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell'umanità», perché senza un «...autentico progresso sociale e morale...» la crescita economica e il progresso tecnologico più prodigioso possono ripercuotersi contro l'uomo. Per questi motivi, Laudato sii insiste su una "conversione ecologica globale", "un'autentica ecologia umana" destinata a «...eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia mondiale e di correggere i modelli di crescita » influenzati dal "paradigma tecnocratico dominante", ossia la tendenza «...a credere che ogni acquisto di potenza sia semplicemente progresso, accrescimento di sicurezza, di utilità, di benessere, di forza vitale, di pienezza di valori".

Altro apporto molto importante  di Laudato sii : il documento espone cinque percorsi suscettibili di aiutare l’umanità « ad uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando"., cioé dialogo sull'ambiente nella politica internazionale, nuove politiche nazionali e locali, trasparenza nei processi decisionali, politica ed economia per la pienezza umana, dialogo tra le religioni e le scienze. 

In questo senso , la « Carta della vita » rappresentata dalla Laudatio sii » si situa nella prospettiva aperta dalle tesi sull ‘ « antropocene », neologismo proposto dal meteorologo chimico del’atmosfera Paul Joseph Crutzen, Premio Nobel della chimica nel 1995, per designare una nuova epoca geologica in cui sarebbe entrata la vita della Terra marcata dall’influenza determinante globale delle attività umane sulla biosfera, sull’ecosistema terrestre, a partire dalla rivoluzione industriale della fine del XVIII° secolo. Da qui, l’imperativo assoluto di cambiare le nostre relazioni aggressive e predatrici, d’inimicizia e di sfruttamento, con il resto della natura e la Terra. Gli esseri umani appartengono alla vita della Terra e questa dipende sempre di più dalle attività degli esseri umani.

Se la « Carta della Terra » risponde esenzialmente all’obiettivo di « salvare la vita del pianeta per salvare l’umanità » e si affida al multilateralismo internazionalista intergovernativo in un contesto di crescente privatizzazione del potere politico pubblico, l’obiettivo della « Carta della Vita » espressa dalla Laudato sii  è di « salvare l’umanità per salvare la vita (la creazione) nella sua integralità », spostando il centro della soluzione sull’asse della capacità di assunzione da parte dell’umanità della responsabilità della salvaguardia e della cura della vita della Terra. Cosi facendo, la Laudato sii riporta giustamente il carico del divenire della vita su una umanità planetaria cosciente della potenza distruttrice e costruttrice acquisita e della sua appartenenza alla storia della comunità generale della vita. E, quindi, del suo ruolo fondamentale, unico, per il divenire della vita della Terra, casa comune per tutti i suoi abitanti.

La presa di coscienza della responsabilità dell’umanità è al centro del legame tra « Carta della Terra » e « Carta della Vita » e del passaggio che ci ha condotto a proporre di lavorare su una « Carta dell’umanità ». Sia la « Carta della Terra » che la « Carta della vita » assumono come base di partenza il cambio epocale rappresentato dall’antropocene. La « Carta della Vita » (di cui Laudato sii è un esempio dei più interessanti e compiuti) è più esplicita e decisa nella scelta in favore dell’imperativo planetario che incombe sull’umanità di agire per capovolgere il sistema attuale sul cammino della promozine di un nuovo periodo storico, quello dell’ecocene (centrato sul primato da accordare al ruolo dei fattori favorevoli, specie di origine umana, alla salvaguardia e cura della vita nella sua integralità planetaria).

Alla luce di quanto precede, la « Carta dell’umanità » é strutturata in tre parti :

- il tempo dell’ecocene, cioé il contesto di riferimento (principi fondatori) nel quale dovrà articolarsi il divenire della vita della Terra e si costrui la nuova storia della condizione umana in continua trasformazione, in stretta interdipendenza con le altre specie della comunità generale di vita ;
- laudacia istituzionale, cioè le regole, i mezzi, e le ingegnerie organizzative di ogni genere, grazie alle quali l’umanità puo’ e deve assumere e realizzare le sue responsabiità primarie per la salvagunardia, la cura e la perenntià della vita ;
- i processi « costituenti » , cioé le azioni e le modalità da promovere in priorità nei prossimi anni e decenni per rispondere efficacemente all’imperativo planetario.



Parte Prima. Il tempo dell’ecocene
I principi fondatori

  • Gli abitanti della Terra : la grande comunità di vita

1.Noi, cittadine e cittadini di varie regioni del mondo piccole e grandi,
tutte e tutti abitanti della Terra, con eguali diritti e doveri, indipendentemente dalle nostre credenze, usi e costumi, tradizioni, confessioni religiose, condizioni sociali,
ed al di là delle nostre legittime esigenze di sicurezza di esistenza per le comunità umane ed i popoli di cui facciamo parte in un contesto di crescente varietà, pluralità e interdipendenza,

ci consideriamo membri integranti di una grande comunità di vita della cui storia di milioni e milioni di anni noi esseri umani siamo il risultato
insieme alle altre specie viventi (microbiche, vegetali, animali) che hanno popolato il pianeta Terra da miliardi d’anni e che oggi abitiamo insieme ;
considerando cosi il pianeta Terra la casa comune di tutti i suoi abitanti,
il luogo di vita (oikos) comune a tutte le forme di vita conosciute.

  • Le lezioni dell’antropocene

2. Per decine di migliaia di anni, per noi esseri umani la vita che « ha contato » sopra ogni altra forma di vita è stata la nostra vita, in particolare la nostra vita individuale, della famiglia, del clan, e poi della nostra città, e in epoche a noi più vicine, della nostra regione, del nostro paese, anche se in importanza più ridotta rispetto alla vita individuale/familiare e della propria comunità d ibase. L’era dell’antropocene ci ha fatto capire ch’è assolutamente urgente ed imperativo di cambiare le relazioni tra la nostra vita e quella di tutte le altre specie viventi. La « Carta della Terra » ci ha dimostrato che la nostra vita, la sua qualità e sopravvivenza, dipende oramai della vita globale del pianeta. Per questo, ci ha detto, dobbiamo salvare la vita della Terra nella sua integrità. La « Carta della Vita » ci dice che l’umanità è la sola specie vivente che puo’ e deve assumere la responsabilità del divenire della comunità generale della vita della Terra.


  • L’imperativo planetario della responsabilità dell’umanità

3. Cosi, nella storia della vita della Terra è emersa recentemente la coscienza di un imperativo planetario della vita di cui il destinatario è l’umanità. L’imperativo si traduce nella prescrizione seguente : é compito essenziale e fondamentale dell’umanità di essere responsabile:
- della vita di tutti gli esseri umani e popoli della Terra dando la priorità ai tre miliardi e più di persone escluse o impoverite, e questo fintanto che i fattori strutturali dei processi generatori di impoverimento del mondo non saranno stati eliminati;
- della vita delle altre specie viventi, secondo le regole stabilite nel corso degli ultimi anni e di quelle che verranno sotto l’impulso dell’umanità.

Assicurare e garantire la salvaguardia e la cura delle forme di vita che compongono la comunità generale di vita della Terra implica il rispetto dei molteplici processi di rigenerazione e biodiversificazione. Aver fatto seccare centinaia di laghi e sparire migliaia di fiumi ed altri corsi d’acqua, aver eliminato numerosissime zone umide e deforestato milioni e milioni di ettari è stato da parte di noi esseri umani un furto fatto alle capacità di rigenerazzione della vita, un crimine contro la vita.

  • Il principio della vita e del vivere insieme

4. Affermiamo, pertanto, che è nostro dovere di applicare il principio della vita e del vivere insieme come riconoscimento del valore assoluto in sè della vita. Il valore della vita non può essere misurato in funzione di criteri esterni alla vita stessa (come la crescita economica, il profitto, l’uso delle nuove tecnologie, l’interesse nazionale….). La vita vale perché è. Per questo la sicurezza della vita non puo’ essere che collettiva e nella sua integralità. La sicurezza non può essere solo o principalmente quella degli americani USA o dei nigeriani o degli europei o dei russi…. Né essa puo’ essere solo o principalmente quella degli esseri umani a scapito delle altre specie viventi, ma  solo, e comunque, secondo regole sagge end eque. Un altro elemento chiave è strettamente connesso a questo principio. La vita è un dono, è gratuità per definizione. Anche nel contesto della crescente e intensa tecnologizzazione della vita , la vita resta un dono, non più solo della natura e/o, per tantissimi altri nel mondo, di Dio, del Creatore, ma di una « natura » modificata, plasmata, fatta dall’operosità e creatività degli esseri umani.

  • I principi ed i modi dell’abitare e governare la casa comune. Il diritto di cittadinanza
5. Più la vita, ogni forma di vita, è tecnologizzata e « virtualizzata » con tempi e spazi « rivoluzionati » rispetto ai tempi ed agli spazi finora conosciuti e vissuti dagli esseri umani e dalle altre specie viventi, e più cambiano le forme e le modalità secondo le quali la Terra è considerata e vissuta oggettivamente in quanto « casa comune degli abitanti della Terra », più dobbiamo ripensare e ridisegnare i principi ed i modi dell’abitare e governare la casa comune. Ogni essere umano è abitante della Terra e nessuno, nessuna autorità – quale che sia il potere o prestigio autodatosi- puo’ misconoscere questa realtà : non c’è alcun essere umano clandestino sulla Terra. Tutti hanno diritto di esistenza e di abitare « la casa comune ». La comunità mondiale attuale ha pertanto il dovere di attribuire a ciascun essere umano una « carta d’indentità mondiale » con la quale i soggetti oggi dotati di potere giuridico riconoscono a ciascuno di noi di « essere abitante della Terra », cioè il riconscimento della prima forma elementare del diritto universale di cittadinanza.

La « cittadinanza » significa che per quanto « la casa comune » stia diventando ogni giorno sempre più complessa e diversificata, ogni abitante nasce e dovrebbe crescere in essa in pari dignità e uguaglianza rispetto ai diritti ed ai doveri. Non ci possono né devono essere abitanti di prima, seconda o terza categoria riguardo i diritti e, a fortiori , abitanti esclusi, o relegati in zone periferiche e /o abbandonate della casa. Eppure oggi, le ineguagalianze e le esclusioni vecchie e nuove sono cresciute e si sono rinforzate proprio in nome (mistificatore) della «  globalizzazione » della vita e della « casa comune ». Sradicare dette inuguaglianze ed esclusioni costituisce il primo compito concreto per l’umanità sul cammino della realizzazione dell’imperativo planetario (vedi, in particolare, parte terza)

  • Il diritto di « abitare la casa comune »

6. Il diritto di « abitare la casa comune » è libero e gratuito. La cittadinanza non si paga, nè si acquista sui mercati nazionali o sul mercato mondiale (alla moda delle carte di credito). La casa comune è il luogo di vita di tutti e nessuno puo’ essere considerato un locatario provvisorio, senza dimora fissa, o moroso (salvo nel caso di non rispetto grave delle regole del vivere insieme. Ma anche in questo caso nessuno puo’ essere privato dell’abitare). Inoltre, non si puo’ domandare il pagamento di uscita e di entrata per muoversi da una parte all’altra della casa. Le migrazioni (il diritto di migrare) sono un’espressione primaria della vita , un atto naturale, salvo nel caso in cui esse siano dovute a cause contrarie alla volontà ed al desiderio della persona o del gruppo umano obbligati a migrare sotto la pressione della violenza altrui, del dominio dgli altri, delle guerre e delle esclusioni di ogni genere ad opera degli altri abitanti della Terra. Da qui, l’importanza che attribuiamo alla Carta d’identita mondiale/ Abitante della Terra.
Lo stesso dicasi di una delle forme concrete maggiori dal diritto di abitare espressa dal diritto ad un alloggio adeguato e degno (individuale, famigliare, di gruppo…..). L’aver accettato nel passato da parte delle società umane le disuguaglianze strutturali nel diritto (negato) alla cittadinanza ed all’abitare/alloggio ha condotto per secoli a condannare e sacrificare la vita di miliardi di esseri umani a condizioni inumane ed ingiuste. Oggi più di 1,4 miliardo di esseri umani vivono nelle cosidette baraccopoli. Noi consideriamo che non è legittimo di parlare di « casa comune » e di diritto alla vita fintantoché il diritto all’alloggio non sia assicurato a tutti gli abitanti della Terra, cio’ che vale con altrettanto forza per gli altri diritti umani essenziali per la vita ed il vivere insieme.

  • I diritti umani essenziali per la vita ed il vivere insieme quali il diritto all’acqua, all’alimentazione, alla salute, alla conoscenza, al lavoro…..

7. Affermiamo, effettivamente, che non c’è rispetto della vita nè vivere insieme possibile, buono, nè casa comune della Terra se le regole che governano l’organizzazione , il funzionamento e il divenire della vita della Terra continuano ad essere le regole attuali. Queste sono all’origine delle grandi disuguaglianze ed esclusioni esistenti sul piano della concretizzazione degli altri diritti umani essenziali per la vita ed il vivere insieme quali il diritto all’acqua, all’alimentazione, alla salute, alla conoscenza, al lavoro, all’energia solare, all’informazione e comunicazione, alla partecipazione al governo comune della res publica.

Noi, umanità, consideriamo che l’imperativo planetario implica che si pensi e si agisca oramai senza ulteriori esitazioni e compromessi alla costituzione di una umanità dei diritti, hic et nunc, una società politica mondiale di diritto, fondata ai vari livelli dei territori e spazi di vita sui diritti di sicurezza di esistenza e di sviluppo integrale di tutti e per tutti.

Noi, umanità, consideriamo che è possibile, al fine della realizzazione di questo obiettivo, operare i cambiamenti strutturali descritti nella seconda e terza parte della Carta.

  • I diritti delle altre specie viventi

8. A questo riguardo noi, umanità riconosciamo il principio del diritto di esistenza ed alla vita di tutte le specie viventi e non solo degli esseri umani. Siamo agli inizi di un cambiamento di prospettive cosmologiche.
Un corpus giuridico è in via di formazione in merito ai diritti degli animali, delle piante e delle specie microbiche. Inoltre, sempre più consistenti sono le ricerche e le proposte di presa in conto dei criteri di salvaguardia e di cura del buon stato ecologico degli ecosistemi e delle varie singole specie viventi non umane nella definizione degli obiettivi e dei modi giusti e sostenibili di valorizzazione ed utilizzo dei beni e dei servizi essenziali per la vita ed il vivere insieme in quanto comunità generale di vita.
I criteri cui ci riferiamo vanno ben al di là dei criteri usati nel quadro della « responsabilità sociale ed ambientale delle imprese » e delle correlate economie dette « circolari », « collaborative », « sociali di mercato », « nuova fiscalizzazione » o, infine, del paradigma della monetizzazione della natura (analisi dei costi e benefici ambientali della natura). E’ tempo di esplorare cambiamenti profondi e di aprire nuovi orizzonti alla luce anche degli importanti passi in avanti compiuti dalle scienze cognitive e le scienze biologiche. E’ indispensabilte abbandonare l’approccio oggi predominante fondato sulla mercificazione della vita.



  • Concretizzare i principi di giustizia », uguaglianza, libertà e democrazia.
9. Noi, umanità, desideriamo abbandonare la concezione e la pratica della giustizia a geometria variabile, in funzione degli interessi dei potenti perché quando vige questa giustizia non vi è umanità. I popoli non devono più accettare come un fatto normale che la giustizia non sia uguale per tutti.
Noi affermiamo che l’uguaglianza dei diritti fra tutti gli esseri umani è fondamentale per la cosruzione di comunità umane stabili e nonviolente. E’ contro l’uguale diritto di vita aver causato la morte di più di 40 mila persone nel Mediterraneo nel loro tentativo d’immigrare nei paesi dell’Unione europea. Inoltre siamo davantiad un atto di eccezionale violenza contro la libertà e la democrazia di tutti i popoli della Terra quello compiuto dalla più alta autorità dello Stato più potente al mondo sul piano militare ed economico decidendo in solitario di riconoscere Gerusalemme come la capitale dello Stato d’Istaele. L’umanità non esiste e non esisterà mai in futuro se ella tollera atti cosi contrari al diritto della popolazione mondiale alla pace, al vivere insieme capace di risolvere con gli strumenti del diritto gli inevitabili conflitti interni. In generale, l’opinione pubblica è mantenuta nella convinzione che la pace mondiale non sia possibile.Cio’ sarà vero fintantoochè i gruppi sociali dominanti continueranno a parlare della necesssità del « popolo armato » (vedi gli USA, la Cina, la Russia, la Francia, Israele, l’Arabia saudita, la Corea del Nord….) contro, dicono, le minacce di dominio da parte degli altri popoli ! Affinché la pace si appoggi su basi solide, noi affermiamo che il primo passo da compiere « nel nome dell’umanità » è il disarmo e ciò comincia con la ratifica del trattato dell’interdizione delle armi nucleari, batteriologiche e chimiche e la creazione di un’autorità di controllo dotata di poteri giurisdizionali e di sanzione.

Siamo giunti all’inizio della parte seconda « L’audacia istituzionale ».








Parte seconda. L’audacia istituzionale

Non basta approvare la carta dei diritti/doveri. L’umanità ha anche l’obbligo di creare le istituzioni dotate della legittimità « costituzionale » e dei mezzi adeguati per far rispettare le regole comuni.


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IL FORUM INTERNAZIONALE

A Verona la prima Agorà
degli Abitanti della Terra


Sono previste 200 persone da tutto il mondo. L'incontro veronese si situa nell'ambito della campagna "L'audacia nel nome dell'umanità". L'obiettivo è quello di redigere la Carta dell'Umanità per dare fondamento giuridico all'umanità e a un nuovo soggetto di diritto: l'abitante della Terra.
Tanti i protagonisti e i testimoni.

VERONA - Meno di un mese alla prima Agorà degli abitanti della Terra. Un programma denso di tre giornate che vedrà la partecipazione di circa 200 persone da varie parti del mondo, che da oltre un anno lavorano per la campagna "L’Audacia nel nome dell’Umanità”, lanciata dall’economista italo-belga Riccardo Petrella.
Saranno presenti anche volti noti dell’impegno sociale e culturale, come l’attore Moni Ovadia, il vescovo della Patagonia cilena Luis Infanti de la Mora, il teologo della liberazione latino-americana Marcelo Barros, il filosofo Roberto Mancini, la coordinatrice del Global Justice Network Francine Mestrum, nonché testimoni del Sud, come la mediatrice camerunense Marguerite Lottin, il medico indiano Siddhartha Mukherjee e Isoke Aikpitanyi, che si è liberata dal racket della prostituzione nigeriana e vincitrice del premio Donna dell’anno 2018.

L’evento “Agorà degli abitanti della Terra” è in realtà solo il primo passo di una iniziativa più ampia che ha come obiettivo il riconoscimento dell’Umanità come attore principale nella regolazione politica, sociale ed economica a livello globale. La sfida ambiziosa di stilare la Carta dell’Umanità, si pone come reazione costruttiva alle attuali spinte disgregatrici e divisive, che stanno rapidamente allontanando le persone dal riconoscersi parte della stessa “comunità umana” e dello stesso pianeta. Spinte che hanno portato nel tempo alla mercificazione di ogni forma di vita, alla privatizzazione dei beni comuni, alla monetizzazione della natura e ad un sistema finanziario predatorio, per citarne alcune.
Ecco allora che si è creato un nuovo spazio di dialogo e confronto, dove i gruppi promotori provenienti da Italia, Belgio, Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Tunisia, Canada, Cile, Brasile e Argentina, presenteranno i loro lavori e si confronteranno su nuove proposte, in sessioni plenarie e parallele, presso il Monastero del Bene Comune di Sezano, sulle colline veronesi.

L'altro ambito di lavoro di questi giorni veronesi sarà l'istituzione (per il momento simbolica) di una “Carta d'identità mondiale degli abitanti della terra”. I Comuni potranno riconoscere che tutti gli esseri umani, radicati nei loro innumerevoli luoghi di vita sono abitanti di una stessa "comunità di vita” prima di essere cittadini di singoli stati. Finora i Comuni che hanno formalmente aderito sono: San Lorenzo (Argentina), Fumane e Canegrate (Italia), La Marsa (Tunisia), Palau Saverdera (Catalonia) oltre alla rete dei Comuni solidali (Recosol) e l'associazione nazionale dei Comuni virtuosi.

I temi previsti sono le diseguaglianze, l’impoverimento e l’esclusione sociale, il disarmo del sistema finanziario, la messa al bando delle armi, i beni comuni come l’acqua, il ripensare ad una collaborazione tra cittadini e organizzazioni non governative, e nuove visioni sul cammino dell’Umanità in questa fase di transizione.

GL