lunedì 27 luglio 2020

28 luglio 2020 | Acqua, bisogna ripubblicizzare lo Stato | Lista dei firmatari


Acqua, bisogna ripubblicizzare lo Stato


Il 28 luglio di 10 anni fa, le Nazioni Unite hanno riconosciuto il diritto umano (universale, indivisibile e imprescrittibile) all’acqua potabile e ai servizi igienici. La situazione oggi rimane drammatica: 2,2 miliardi di persone non sanno che cosa sia l’acqua potabile e 4,2 miliardi di persone non hanno accesso a gabinetti e altri servizi igienici; più di 9 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno a causa di malattie causate, tra l’altro, dalla mancanza di acqua pulita. Il lavaggio delle mani è un atto impossibile per centinaia di milioni di persone con le conseguenze che possiamo immaginare in questo periodo di pandemia (https://www.un.org/fr/observances/water-day).


L’acqua idonea all’uso umano è diventata sempre più scarsa. Fiumi, laghi e falde acquifere si stanno prosciugando a causa di prelievi d'acqua irragionevoli, avvelenati dall’inquinamento e dalla contaminazione (si pensi ai Pfas), soffocati dai rifiuti. La siccità sta colpendo un numero crescente di regioni del mondo (inclusa l’Amazzonia). La devastazione delle foreste e il degrado del suolo hanno un ruolo determinante al riguardo. Infine, molte grandi città costiere del mondo sono minacciate dalle inondazioni dovute all’innalzamento del livello del mare. Giacarta è già in fase di abbandono (Rapporto IPCC . "Oceano e cambiamento climatico: le nuove sfide", https://ocean-climate.org/wp-content/uploads/2019/09/fiches-DEF.pdf).

In questo condizioni, parlare di diritto all’acqua e ai servizi igienici è un eufemismo. Inoltre, si annuncia anche che la carenza d'acqua è destinata ad aumentare. Tra le cause, la crescita della popolazione mondiale è un alibi (1 milione di americani consuma più di 80-100 milioni di indiani!) e il cambiamento climatico è soprattutto il risultato della devastazione ambientale dovuta principalmente al sistema tecno-economico dominante, guerriero e violento, predatore delle risorse della Terra fino al loro esaurimento. In un sistema profondamente disuguale come l’attuale, la strategia della resilienza (cioé la capacità di adattarsi e di resistere in situazione di scarsità d’acqua attraverso l’innovazione tecnologica e importanti risorse finanziarie) non è una soluzione per tutti. Indovinate un po’ quali paesi e gruppi sociali saranno in grado di essere resilienti nel 2030? Si veda in proposito: Riccardo Petrella, La sicurezza idrica per tutti gi abitanti della Terra, https://ilmanifesto.it/la-sicurezza-idrica-per-tutti-gli-abitanti-della-terra/

Il concetto stesso di diritto umano all’acqua per la vita, uguale per tutti, è stato sostituito da quello di accesso all’acqua equo ed abbordabile.. Nel quadro dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell'ONU, l’Obiettivo 6 riguarda l’acqua ed è così formulato: “6.1: Entro il 2030, garantire un accesso universale ed equo all’acqua potabile sicuro, ad un prezzo abbordabile”. Nessun riferimento al diritto all’acqua (https://unric.org/it/agenda-2030/ )
Se si parla di “accesso equo ad un prezzo abbordabile” non vi è più alcun obbligo da parte dello Stato. Ci muoviamo fuori dal campo del diritto e ricadiamo nel campo del bisogno di acqua da soddisfare in base all’accessibilità economica, politica e sociale dei consumatori (famiglie, aziende). In linea di principio, il prezzo “accessibile” è fissato dai gestori dei servizi idrici, secondo criteri definiti dalle autorità pubbliche, al fine di garantire ai gestori adeguati profitti finanziari. Che siano private o “pubbliche”, le imprese gestori fanno soldi con l’acqua per la vita! L’acqua finanzia l’acqua.
Questa profonda mutazione culturale e politica in favore di un’ottica produttivista e utilitarista è stata possibile grazie alla convergenza di quattro trasformazioni strutturali: la mercificazione della vita (tutto è diventato una merce); la privatizzazione di tutti i beni e servizi (soprattutto la salute); la liberalizzazione e la deregulation di tutte le attività economiche in nome di una libera governance tra gli stakeholders (è, fra altri, il caso della moneta) e, infine, la finanziarizzazione dell’economia, che ha sottomesso le decisioni sull’allocazione e l’utilizzo delle risorse disponibili alla logica finanziaria dell’efficienza e del rendimento immediato.

Di conseguenza, non esistono più autentici beni e servizi comuni e beni pubblici veri e propri. Lo Stato pubblico è sempre più privatizzato, i suoi poteri sono stati trasferiti a soggetti privati. Nel 1980, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha legalizzato la brevettabilità degli organismi viventi su base privata e a scopo di lucro. La brevettabilità degli algoritmi (Intelligenza Artificiale) è iniziata ancora prima. Il settore privato possiede oltre 50.000 brevetti sulla vita e altrettanti nel campo dell'IA. Nel 1992, in occasione della Conferenza internazionale sull’acqua di Dublino in preparazione del primo Vertice della Terra di Rio de Janeiro, la risoluzione finale ha affermato che l'acqua non deve più essere considerata un bene sociale, un bene comune, ma un bene economico privato, soggetto alle regole dell’economia di mercato. La sete di acqua per la vita umana ha lasciato il posto alla sete di acqua per le attività economiche, per la competitività e il profitto. Peggio ancora, nel 2002, al Secondo Vertice della Terra di Johannesburg, è stato dichiarato che alla natura dovrebbe essere dato un valore monetario calcolando i costi e i benefici dei servizi “ambientali” da essa forniti. Il settore assicurativo, di fronte alle incertezze e ai rischi climatici (siccità, inondazioni, cicloni...), è uno dei settori redditizi in più rapida crescita. La monetizzazione della natura (nature pricing, nature banking) e la brevettabilità degli esseri viventi hanno ucciso ogni forma di economia del bene comune, di beni pubblici, di economia sociale e solidale al di fuori di microprogetti.

Il governo delle condizioni di vita nell’interesse generale è sfuggito alle autorità pubbliche. Addio all’effettivo diritto universale all'acqua? Sì, se non invertiamo le situazioni e le tendenze descritte. La società e lo Stato devono essere liberati dalla privatizzazione e dalla finanziarizzazione. È necessario costruire la società dei beni comuni e dei beni pubblici cooperativi globali. È urgente costruire il sistema politico pubblico globale basato sulla salvaguardia, la cura e la promozione della vita e dei diritti alla vita. È necessario creare un Consiglio mondiale per la Sicurezza Idrica È necessario ripensare il ruolo della finanza e della tecnologia. La ri-municipalizzazione dell’acqua è fondamentale, soprattutto se la sua gestione è finanziata dalla fiscalità e non dai ricavi generati dalla vendita dei servizi idrici, seppur a prezzi accessibili. Il futuro dell'acqua e del diritto alla vita è legato ad una cultura politica e sociale guidata dalla volontà di vivere insieme nel rispetto dei diritti di tutti gli abitanti della Terra.




Lista dei firmatari

Riccardo Petrella, Co-fondatore del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale del’Acqua (Italia)
Leonardo Boff, Teologo (Brasile)
Luis Infanti de la Mora, Vescovo, Diocesi di Aysen, « Patagonia sin represas » (Cile)
Federico Mayor, Ex- Direttore Generale dell’Unesco, Presidente Fondazione Cultura della Pace (Spagna)
Anibal Faccendini, Direttore “Catedra de l’Agua”, Università Nazionale di Rosario (Argentina)
Joao Caraça, Co-fondatore dell’Agorà degli Abitanti della Terra, Presidente Università di Coimbra (Portogallo)
Fondation Danielle Mitterrand (Jérémie Chomette, Marion Veber) (Francia)
Marcelo Barros, Monaco benedettino (Brasile)
Jean-Pierre Wauquier, Medico, presidente di H²O (Francia)
Roberto Savio, Co-fondatore dell’Agorà degli Abitanti della Terra, Fondatore di Other News (Italia)
Bernard Cassen, Giornalista, ex- Direttore Generale di Le monde diplomatique (Francia)
Sylvie Paquerot, Professore titolare, Università di Ottawa (Canada)
Pierre Jasmin, Artista per la Pace (Canada-Québec)
Roberto Colombo, Sindaco di Canegrate (Italia)
Jacques Brodeur, Edupax, OSB (Canada – Québec),
Marcos P. Arruda, Dir. PACS- Instituto Politicas Alternativas para o Cone Sur (Brasile)
Deborah Nunes, Urbanista, Professore Università dello Stato di Bahia (Brasile)
Lilia Ghanem, Antropologa, Redattrice capo di Badael (Francia/Libano)
Jean-Yves Proulx, » Echanges citoyens » (Canada-Québec)
Philippe Giroul, Ecologista, (Canada-Québec)
Sergio et Clara Castioni, Librai, (Italia)
Bernard Tirtiaux, Maestro Vetraio, scrittore, scultore (Belgio)
Maria Palatine, Musicista, arpista (Germania)
Pietro Pizzuti, Autore e attore di teatro ((Belgio/Italia)
Andrey Grachev, Diplomatico (Russie)
Margherita Romanelli, Spécialista in cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile (Italia)
Alain Adriaens, Ecologista, «obiettore della crescita » (Belgio)
Issam Naaman, Ex-ministro (Libano)
Domenico Rizzuti, Sindicalista settore Università/Ricerca, Forum italo-tunisino (Italia)
Alain Dangoisse, Dir. « Maison du Développement Durable », UCL (Belgio)
Pierre Galand (B), Impegnato a capo di diverse associazioni, in particolare l’Associazione Belgo-Palestinese et il “Centre d’Action Laïque”, ex- senatore (Belgio)
Monastero del Bene Comune (Paola Libanti, Silvano Nicoletto) (Italia)
Roberto Louvin, Professore di diritto comparato , Università di Trieste (Italia)
Roberto Musacchio, Ex-eurodéputato, Associazione “Altramente” (Italia)
Jean-Claude Garot, Giornalista (Belgio)
Angelo Bonelli, Presidente dei Verdi (Italia)
Patrizia Sentinelli, Presidente di “Altramente”, ex-ministra alla cooperazione e allo sviluppo (Italia)
Jean-Claude Oliva, Presidente “Coordination Eau Ile de France” (Francia)
Cristiana Spinedi, Professore Insegnamento secondario (Svizzera)
Adriana Fernandes, Educatrice in pensione (Cile)
Lucie Sauvé, Professore titolare, Université du Québec à Montréal-UQAM (CND-Québec)
Francesco Comina, Giornalista, scrittore (Italia)
Ulrich Duchrow, Professore, Università di Heidelberg (Germania)
Ina Darmstaedter, Présidente del Festival Internazionale della Pace di Berlino (Germania)
La Boisselière, « Espace citoyen d’innovation sociale » (Philippe Veniel, Melissa Gringeau...)(Francia)
Julien Le Guet, « Bassines Non Merci » (Francia)
Christian Legros, Direttore Belgaqua (Belgio)
Armando De Negri , Medico, rappresentante del Brasile nel Comitato dei diritti umani dell’ONU (Brasile)
Consiglia Salvio, Coordinamento Campano Acqua Bene Comune, Napoli (Italia)
Vladimir Mitev, Giornalista Barricada (Bulgaria)
Valter Bonan, Assessore ambiente e beni comuni , Comune di Feltre (Italia)
Anwar Abou Aichi, Ex-ministro della cultura (Palestina)
Hassan Chatila, Professore di filosofia (Francia/Siria)
Bater Wardam, Consigliere ministeriale per l’ambiente (Giordania)
Mario Agostinelli, Fisico/ISPRA, Fondatore di ”Energia Felice” (Italia)
Guido Viale, Saggista, economista e ambientalista (Italia)
Université du Bien Comun (Corinne Ducrey, Cristina Bertelli, Gilles Yovan)( Francia)
Maurizio Montalto, Avvocato, ex-presidente dell’impresa pubblica dell’acqua ABC di Napoli (Italia)
Fabrice Delvaux, Presidente di «Kréativa, Education au développement durable » (Belgio)
Catherine Schlitz, Presidente « Présence et Action Culturelles », Angleur (Belgio)
Paul Saiz, Imprenditore (Francia)
Zein Al-Abidine Fouad, Poeta (Égitto)
Hoda Kamel, Scrittore (Egitto)
Kais Azzawi, Scrittore, ex-ambasciatore (Irak)
Roberto Malvezzi, Musicista, scrittore (Brasile)
Fernando Ayala, Diplomatico (Cile)
Alassane Ba, Direttore del « Centre Humanitaire des Métiers de la Pharmacie » (Francia)
Amadou Emmanuel, Resp. Relazioni internazionali di AMT/WAFA (Camerun)
Guido Barbera, Presidente CIPSI (Italia)
Ugo Mattei, Professore di diritto internazionale alla University of California a San Francisco (USA) e di diritto civile all’'Università di Torino (Italia)
Luca Cecchi, Comitato Acqua Bene Comune Verona (Italia)
Valérie Cabanes, Giurista in diritto internrnazionale, specie sui diritti della natura. Co-fondatrice di “Notre affaire à tous » (Francia)
Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, Ex-ministro per l’ambiente (Italia)
Marie France Renard, Professore di economia, Università di Clermont -Ferrand (Francia)
Fatoumata Kane Ki-Zerbo, Scrittrice(Burkina Faso).

Lista chiusa il 23 luglio 2020 à 19h00


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IL FORUM INTERNAZIONALE

A Verona la prima Agorà
degli Abitanti della Terra


Sono previste 200 persone da tutto il mondo. L'incontro veronese si situa nell'ambito della campagna "L'audacia nel nome dell'umanità". L'obiettivo è quello di redigere la Carta dell'Umanità per dare fondamento giuridico all'umanità e a un nuovo soggetto di diritto: l'abitante della Terra.
Tanti i protagonisti e i testimoni.

VERONA - Meno di un mese alla prima Agorà degli abitanti della Terra. Un programma denso di tre giornate che vedrà la partecipazione di circa 200 persone da varie parti del mondo, che da oltre un anno lavorano per la campagna "L’Audacia nel nome dell’Umanità”, lanciata dall’economista italo-belga Riccardo Petrella.
Saranno presenti anche volti noti dell’impegno sociale e culturale, come l’attore Moni Ovadia, il vescovo della Patagonia cilena Luis Infanti de la Mora, il teologo della liberazione latino-americana Marcelo Barros, il filosofo Roberto Mancini, la coordinatrice del Global Justice Network Francine Mestrum, nonché testimoni del Sud, come la mediatrice camerunense Marguerite Lottin, il medico indiano Siddhartha Mukherjee e Isoke Aikpitanyi, che si è liberata dal racket della prostituzione nigeriana e vincitrice del premio Donna dell’anno 2018.

L’evento “Agorà degli abitanti della Terra” è in realtà solo il primo passo di una iniziativa più ampia che ha come obiettivo il riconoscimento dell’Umanità come attore principale nella regolazione politica, sociale ed economica a livello globale. La sfida ambiziosa di stilare la Carta dell’Umanità, si pone come reazione costruttiva alle attuali spinte disgregatrici e divisive, che stanno rapidamente allontanando le persone dal riconoscersi parte della stessa “comunità umana” e dello stesso pianeta. Spinte che hanno portato nel tempo alla mercificazione di ogni forma di vita, alla privatizzazione dei beni comuni, alla monetizzazione della natura e ad un sistema finanziario predatorio, per citarne alcune.
Ecco allora che si è creato un nuovo spazio di dialogo e confronto, dove i gruppi promotori provenienti da Italia, Belgio, Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Tunisia, Canada, Cile, Brasile e Argentina, presenteranno i loro lavori e si confronteranno su nuove proposte, in sessioni plenarie e parallele, presso il Monastero del Bene Comune di Sezano, sulle colline veronesi.

L'altro ambito di lavoro di questi giorni veronesi sarà l'istituzione (per il momento simbolica) di una “Carta d'identità mondiale degli abitanti della terra”. I Comuni potranno riconoscere che tutti gli esseri umani, radicati nei loro innumerevoli luoghi di vita sono abitanti di una stessa "comunità di vita” prima di essere cittadini di singoli stati. Finora i Comuni che hanno formalmente aderito sono: San Lorenzo (Argentina), Fumane e Canegrate (Italia), La Marsa (Tunisia), Palau Saverdera (Catalonia) oltre alla rete dei Comuni solidali (Recosol) e l'associazione nazionale dei Comuni virtuosi.

I temi previsti sono le diseguaglianze, l’impoverimento e l’esclusione sociale, il disarmo del sistema finanziario, la messa al bando delle armi, i beni comuni come l’acqua, il ripensare ad una collaborazione tra cittadini e organizzazioni non governative, e nuove visioni sul cammino dell’Umanità in questa fase di transizione.

GL