giovedì 28 febbraio 2019

LA CARTA DEGLI ABITANTI DELLA TERRA. VERSO UN PATTO DELL’UMANITA’

Rapporto Conclusivo
Bruxelles – Sezano 15 gen 2019
Buongiorno e benvenuti.
Siamo stati circa 200, donne e uomini d’Africa, d’America latina, d’Asia, e dell’Europa ad incontrarci dal 13 dicembre sera al pomeriggio del 16 dicembre del 2018 a Sezano (Verona) nel mitico Monastero del Bene Comune. La meteo è stata particolarmente propizia perché ci ha regalato splendide giornate di sole.
Ci siamo chiamati l’Agorà degli Abitanti della Terra perché crediamo che dobbiamo pensare ed agire insieme in quanto Abitanti della Terra - e non solo come cittadini italiani o brasiliani, cinesi o russi, indiani o nigeriani - per modificare il divenire della vita della Terra e farlo uscire dallo stato critico in cui tutti noi l’abbiamo ridotto, dopo più di un secolo di sfruttamento economico predatore e di guerre devastatrici.
Ci siamo incontrati perseguendo obiettivi pratici differenti convinti che la pluralità dei cammini è la condizione indispensabile per consentire all’Umanità di diventare un soggetto giuridico e politico-istituzionale pubblico chiave per un vivere insieme pacifico e giusto fra tutti gli Abitanti della Terra, e per la salvaguardia e cura della comunità globale di vita della Terra. Pensiamo di interpretare il sentimento profondo di tutti i gruppi, le associazioni e i movimenti che credono che il divenire della vita sarà promettente nella misura in cui saremo capaci di riconoscerci mutualmente, di avere la voglia di vivere con l’altro ed insieme co-operare per il bene essere di tutti.
Sono stati tre giorni belli e appassionati d’incontri, idee, dibattiti, momenti musicali, canzoni, e proposte, pur nella coscienza del fatto che le inuguaglianze fra le persone, le comunità umane, i popoli, restano strutturalmente gravi, inaccettabili. Ciò, al di là di un certo miglioramento generale delle condizioni di vita della popolazione mondiale (aumento medio della speranza di vita).
La forza dell’incontro è stata la convinzione che né l’inuguaglianza e le sue due conseguenze principali, la guerra e l’impoverimento/esclusione, da un lato, né la distruzione della vita della Terra, dall’altro, sono fenomeni « naturali », inevitabili. E’ possibile invertire la rotta a condizione di avere l’audacia di realizzare i necessari cambiamenti radicali. Credere che si possa « cambiare » senza cambiare i principi fondatori sia dei sistema economico dominante accaparratore e predatore della vita che del sistema politico guerriero centrato sulla sovranità delle oligarchie nazionali, è pura illusione. I fatti confermano che non si è mai salvata la pace con le guerre né, negli ultimi anni, la vita e l’economia del Pianeta salvando le banche a forza di decine di trilioni di euro prelevati a scapito dei meno abbienti. Come era nostra intenzione, abbiamo insieme elaborato ed approvato la Carta degli Abitanti della Terra per un Patto dell’Umanità. Essa mostra che l’audacia dei cambiamenti è un atto di grande saggezza comune umana e politica. Il divenire della vita, oggi a forte rischio esistenziale, sarà salvaguardato dallo spirito di creatività utopica e di comunanza, nella pluralità di visioni ed intendimenti, e di responsabilità collettiva, nella fraternità planetaria.
E’ in questo spirito che che abbiamo diviso in due parti la restituzione dei risultati dell’Agorà :
  • La Carta degli Abitanti della Terra, in quanto espressione della creatività utopica nella pluralità dell’abitare,
  • Verso un Patto dell’Umanità, in quanto articolazione concreta della responsabilità collettiva per l’esistenza della Terra, luogo di vita comune di tutti i suoi Abitanti .
Premessa
L’Agorà ha avuto tre fasi.
Quella preparatoria nel corso della quale si sono costituiti ed hanno lavorato 13 gruppi in Argentina, Belgio, Brasile, Cile, Francia, Germania, Italia, Québec ….
Quella dell’Agorà stessa, della durata di tre giorni, a partire da momenti di festa, seguiti dalla presentazione e discussione dei rapporti redatti dai 13 gruppi di lavoro, più i contributi dei Comuni sulla Carta d’Identità « Abitante della Terra » ed altri apporti in sedute parallele o plenarie, fra le quali una speciale dedicata all’acqua.
L’ultima, quella della redazione collettiva via e-mail del presente documento.
I documenti sotto citati fanno parte del « patrimonio scritto e audiovisivo dell’Agorà ». L’insieme è disponibile sul sito dell’Agorà :
http://audacia-umanita.blogspot.com
  1. Il programma dell’Agorà
  2. Il video -immagini di POUR (B) con sottofondo musicale (canzone di Léon Cieco, En el pais de la libertad)
  3. Il messaggio di Mikhaïl Gorbaciov ai partecipanti all’Agorà
  4. I rapporti dei 13 gruppi di lavoro pre-Agorà (nella lingua originale e, per molti di essi, anche nelle altre lingue di lavoro dell’Agorà)
  5. Il resoconto della sessione plenaria di presentazione dei 13 rapporti redatto dal presidente della sessione (in italiano, francese, spagnolo ed inglese)
  6. La nota sull’iniziativa CIM-Abitante della Terra (e copia delle delibere dei Comuni aderenti all’iniziativa pre-Agorà)
  7. Il CD contenente le interpretazioni musicali di Maria Palatine. Copia dei testi letti da Bernard Tirtiaux
  8. La descrizione di Jai Jagat 2020, di Stop Arms Trade, delle due proposte di « Democracy without Borders »
  9. La copia delle foto dell’esposizione di Chiara Sibona su « Spalle e mani », sul lavoro femminile
  10. L’Appel aux consciences promosso da « Dialogues en Humanité » al quale l’Agorà ha aderito.
PS L’insieme dei lavori in plenaria dell’Agora è stato video-registrato ed è disponibile su richiesta, mediamente un piccolo contributo.

  1. La Carta degli Abitanti della Terra
Immaginari, visioni e coscienze
  • La vita, la terra, gli abitanti
1 In quanto esseri viventi (specie umana, microbica, vegetale, animale) siamo tutti « Abitanti della Terra ». La Terra è il nostro « luogo di vita » (oikos), la nostra casa comune. La Terra è l’insieme infinitamente variegato dei luoghi dove gli esseri umani e gli altri esseri viventi hanno l’abitudine di stare/vivere, si tratti di campagna o di montagna, di foreste tropicali o di zone desertiche, di zone marine o lacustri, di città o di grandi metropoli. Nessun essere umano, nessuna organizzazione umana ne è proprietario/a.
2 L’abitudine di stare/vivere in uno o più luoghi della Terra significa  che una delle principali caretteristiche degli Abitanti della Terra è quella di avere dovuto imparare e dover continuare ad imparare a abituarsi a stare /vivere insieme, non solo nei luoghi vissuti di prima vicinanza e diretta prossimità e storia ( « a casa mia ») ma anche nei luoghi lontani e astratti della comunità di vita planetaria (« la grande casa di tutti i miliardi di persone sconosciute e differenti che mai conoscerò »).
3 Specie negli ultimi due secoli e mezzo, la Terra è diventata la casa dove abitano per lunghi o brevi periodi di vita donne e uomini provenienti da tutte le parti della Terra, dando vita a « Comunità di Abitanti della Terra » pluriculturali, multilingue, plurireligiose, multietniche la cui vitalità e bellezza stanno proprio nella pluralità, nel miscuglio, negli intrecci.
4 Gli esseri umani abitano la Terra ma non sono né i primi né i soli Abitanti della Terra. Tutti gli esseri viventi fanno parte della vita della Terra. Come tutte le specie viventi, gli esseri umani sono il risultato dell’evoluzione della vita della Terra. La vita è nata circa 3,7 miliardi di anni fa. Per 800 milioni, la Terra è stata un pianeta « inabitato », senza vita. La vita è apparsa prima sotto forme microbiche, poi vegetali e poi ancora animali, nell’acqua. Dopo centinaia di milioni di anni, la vita si è diffusa anche fuori dall’acqua, sulla terra ferma. La specie umana è fra le specie viventi più recenti. Noi esseri umani l’abitiamo, si stima, da soli 220 mila anni. Poco tempo fa si parlava addirittura di soli 25.000 anni.
5 Nessuna specie vivente, siano esse le balene, le foreste primarie, la specie o parte della specie umana, può essere esclusa dall’abitare la Terra, dal viverci in un buono stato esistenziale, ecologico. Questo è il vero senso profondo storico delle lotte contro le azioni che sono all’origine dell’estinzione di specie viventi (caso emblematico delle api). Pertanto, non v’è nessun potere « naturale » o « acquisito » che possa legittimamente vietare a un essere umano o a una comunità umana dall’abitare la terra in dignità e uguaglianza nei diritti, e responsabilmente. Per questo, l’escludere, il segregare, il mettere in pericolo di vita gruppi, categorie o comunità umane devono essere trattati come atti criminali da condannare senza compromessi. In questi ultimi anni la criminalità legalizzata permessa da disposizioni legislative e da misure governative – amministrative è aumentata considerevolmente, specie nel campo finanziario, nell’utilizzazione delle risorse naturali e degli eco-sistemi, e riguardo le popolazioni di migranti.
6 Oggi, l’essere umano è doppiamente espropriato della sua umanità. Primo, in quanto cittadino, perché lo Stato (in generale, detto « nazionale ») ha fatto del cittadino una sua proprietà patrimoniale esclusiva. Si è « cittadino » solo se uno Stato vi aggiunge un attributo di stampo « nazionale » : italiano, tedesco, russo, americano, etiopico, cinese. Senza tale attributo, nessuno è considerato un vero cittadino titolare di diritti e di doveri (vedi il caso delle « genti di viaggio » e dei « migranti » in cerca di un nuovo luogo di vita). Secondo, in quanto persona, perché il sistema economico dominante considera ogni essere umano una « risorsa » per l’economia il cui valore è determinato in funzione al suo contributo alla creazione di plus valore per il capitale investito o di rendita. Un essere umano che non è cittadino di proprietà di uno Stato e non è una risorsa redditizia sul piano economico-finanziario per il capitale, riunisce le condizioni più efficaci per essere/divenire un escluso dalla vita. Liberare la vita degli esseri umani dalle ganasce di questa tenaglia costituisce uno dei primi passi urgenti da compiere sul cammino della costruzione dell’Umanità.
7 Né l’essere umano né le formiche , né i batteri hanno bisogno per esistere e vivere di essere « riconosciuti » dalle altre specie viventi. Per vivere insieme, v’è invece bisogno di definire le relazioni e fissare delle regole. La storia della vita della Terra è una continua ricerca e concretizzazione di forme relazionali di co-esistenza e con-vivenza sempre meno violenti e escludenti, come testimonia l’evoluzione del pensiero giuridico e delle pratiche giurisprudenziali da parte delle società umane, passate da una visione strettamente antropocentrica ad una visione holistica biocentrica includente la totalità degli esseri viventi (mondo dei geni, mondo vegetale, mondo animale, mondo umano…). Da qui l’importanza dello sviluppo dei diritti degl animali, delle piante, della « natura », il riconoscimento recente (a partire dal 2017) della personalità giuridica a cinque fiumi…
"Nel suo messaggio ai partecipantiall'Agorà,  Mikhaïl Gorbaciov
ultimo presidente dell'URSS e Premio Nobel per la Pace, ha scritto " mi ha fatto enorme piacere venire a conoscenza della vostra iniziativa, senza precedenti, di convocare l’Agorà degli abitanti della Terra.(...). 
Invece di cercare i modi per trovare soluzioni comuni ai problemi, ridurre le tensioni e i contrasti sociali, i leaders politici così come le élites economiche e le lobbies industriali militari aggravano la crisi planetaria con azioni irresponsabil(...). 
La vostra stimolante iniziativa.… potrebbe costituire un passo favorevole alla realizzazione, da parte di tutti gli esseri umani, della loro appartenenza alla comunità globale responsabile del mantenimento della vita sulla Terra."

  • Contrasti, ineguaglianze, lotte, ricerca di identità e di sicurezza
8 Da quasi cinquanta anni, la rapida globalizzazione dell’economia dominante (capitalista di mercato e finanziaria) ed i concomitanti profondi cambiamenti « rivoluzionari» sul piano scientifico e tecnologico, hanno scompaginato e stravolto gli immaginari del mondo e della vita. I nuovi riferimenti di base imposti dai gruppi sociali dominanti hanno modificato la « maniera di vedere il mondo » : tutto o quasi è stato mercificato, privatizzato, compresa ogni forma di vita. La moneta non è più pubblica. I mercati finanziari hanno il potere politico reale non i governi e tanto meno i parlamenti eletti. L’avvenire è deciso dai « padroni » delle tecnologie informatiche e bio-genetiche. Il mondo è nelle reti, nella realtà virtuale, nelle città globali. Tutti sono in convulsione informatica ed in « transizione » ecologica, in lotta per la sopravvivenza e per la potenza. La violenza è sempre più diffusa, capillare, universale. Le contraddizioni e le esclusioni reciproche si moltiplicano: nessuno vuole essere tagliato fuori dalla pop-globalizzazione ma i più abbienti predicano l’innovazione di qualità locale, le soluzioni locali, la ricerca della difesa delle identità locali, tradizionali e nuove, « nazionali. » Tutti vogliono navigare sulla cresta dell’onda ed ammirano l’esplosione della ricchezza del Qatar/Dubai e della potenza della Cina (nuovo concorrente/nemico degli Stati Uniti,) ma non sono rassicurati, hanno paura del futuro, cercano di salvaguardare la loro « casa », la sicurezza del loro luogo, della loro comunità. C‘è chi chiude le frontiere, alza muri giganteschi, impedisce ai migranti l’accesso ai porti ma crea nuovi km² di aree per accogliere i containers del mondo, e chi grida al primato dei bianchi e giura sulla verità dei suoi dei.
C’è pero’ anche, dall’altro lato, chi è sempre in marcia per la pace e per la giustizia, in tutti i continenti. Ci sono le donne, in particolare indiane, latino-americane, palestinesi-israeliane, in lotta contro tutte le forme di violenza, milioni di giovani minorenni protestano contro le armi, i contadini asiatici, africani e latinoamericani si battono per una trasformazione radicale dei rapporti con la Terra. Milioni di cittadini manifestano nelle piazze la loro opposizione alla distruzione della vita del Pianeta e si rivoltano contro la violenza cieca della finanza mondiale predatrice. I « lavoratori poveri » denunciano con forza le nuove forme di schiavitù cui sono condannati. L’Agorà degli Abitanti della Terra ha chiaramente scelto il suo campo : siamo dalla parte dell’altro lato.
9 E c’è sempre di più diffuso il sentimento d’inaccettabilità, di rifiuto, delle forme più comprensive, inglobanti, dell’inuguaglianza che, al di là delle inuguaglianze di reddito, dividono e frantumano gli esseri umani, l’umanità, sotto tutti gli aspetti, in particolare rispetto alla dignità, ai diritti, alla responsabilità, alla libertà, alla democrazia. Ciò avviene anche perchè gli esseri umani hanno preso coscienza delle nuove specificità della condizione umana nel quadro delle recenti evoluzioni della vita della Terra e del loro ruolo fondamentale nel divenire della vita.

  • Le tre coscienze e nuovi visioni costituenti
10 Superamento dell’antropocentrismo. Solo da pochi secoli, e a partire dall’Occidente, gli esseri umani hanno pensato di costituire non solo una specie vivente ben distinta e diversa da tutte le altre specie viventi ma anche di rappresentare una specie superiore alla cui esistenza e benessere tutte le altre specie sono sottomesse e funzionali. Da qui, la separazione, opposizione netta tra « l’essere umano » (l’uomo) e la « natura ». Oggi, la distinzione tra la specie umana (l’umanità) e le altre specie viventi resta ma abbiamo acquisito la coscienza di far parte integrante dell’insieme della vita della Terra e della sua evoluzione. Esseri umani, facciamo parte della « natura », siamo « natura », condividendo in particolare con gli animali una parte rilevante del nostro patrimonio genetico. Insieme alle altre specie viventi costituiamo la comunità globale della vita della Terra, siamo « Abitanti della Terra ». La comunità globale della vita della Terra è una concezione innovatrice a tutti i livelli. Concretamente, sul piano organizzativo del vivere insieme, ci conduce ad entrare in una prospettiva storica dell’istituzionalizzazione giuridico- politica della « comunità globale della vita ». Quando si parla di « proteggere » o « salvare » la vita della terra, si parla della vita e dei luoghi di vita di tutti gli Abitanti della terra, di una nuova Arca mondiale. Pertanto se l’economia è l’insieme delle « regole della casa » è evidente che l’attuale economia mondiale deve essere modificata alle radici perchè essa non è altro che un insieme di regole fondate sull’inuguaglianza, l’ingiustizia, la competitività, la guerra, l’esclusione.
11 L’era dell’antropocene. E’ per noi evidente che dalla fine del XIX° la vita della terra è entrata nell’era detta « antropocene » cioè in una era dove il divenire della vita è sempre di più influenzato dalle attività umane. Abbiamo capito, in particolare, specie a seguito della concezione e dell’uso della bomba atomica e della non-sostenibilità dei nostri modi di vita predatori, che l’umanità è la sola specie vivente capace di sconvolgere e provocare la distruzione della vita della terra nella sua integrità e totalità. Una evidenza che ha messo in causa le nostre concezioni e pratiche collettive del progresso, dello sviluppo, del benessere, della ricchezza, dell’economia dominante, della guerra, delle inuguaglianze, e che per queste stesse ragioni sta provocando il rigetto e l’opposizione violenta al cambiamento da parte dei poteri e degli interessi costituiti rappresentati dalle ristrette oligarchie « locali » mondiali.
12 L’imperativo della sicurezza e della responsabilità planetaria. Capace di sconvolgere e provocare la distruzione della vita della Terra, l’Umanità è altresi diventata, per conseguenza, cosciente del fatto di essere la sola specie vivente capace di assicurarne la salvaguardia, la cura e la perennità e, quindi, di assumerne il compito in quanto soggetto primario responsabile a livello planetario. Se in passato, solo i poeti, gli artisti, i filosofi, i visionari (al maschile ed al femminile), hanno potuto parlare di responsabilità umana, responsabilità universale, etica globale, etica planetaria, oggi tutti e ciascuno degli Abitanti umani della Terra possono/debbono farlo. Non solo parlarne, ma soprattutto agire per costruire la capacità effettiva dell’Umanità di operare per costruire un altro divenire della vita della Terra nel nome di tutti gli Abitanti della Terra (cioè ad opera di, per, con tutti gli Abitanti della Terra).
13 In una prospettiva di lungo termine, quanto sopra è strettamente legato all’educazione, da non identificare, come succede per lo più oggi, con la formazione ai saperi ed alle competenze. Un’educazione, non solo dei bambini e giovani, ma anche degli adutli alla coscienza ed al pensiero critico che mira a far uscire (ex-ducere) la creatività individuale e collettiva in uno spirito tendente alla condivisione, come insegna la filosofia ubuntu, e non alla supremazia ed all’aristocrazia (il potere dei migliori rispetto ai valori dei dominanti), come insegnano le «business and management schools». Un’educazione, quindi, che non ha come luogo unico di vita gli edifici scolastici ma che si realizza anche nelle strade, a casa, nelle fabbriche, negli ospedali, nelle banche. Nei gruppi di lavoro, in particolare nei primi quattro, come nel corso dell’Agorà, il sistema educativo predominante nel mondo è stato criticato perché resta, malgrado i cambiamenti intervenuti, uno strumeto di (ri)produzione e di mantenimento delle inugualianze, perchè legittima la guerra e la proprietà privata, esalta la competizione ed il successo individuale, valorizza principalmente l’utilità delle cose pur usando un linguaggio apparentemente opposto. Gli Abitanti della Terra hanno il dovere di promuovere, oltreché il diritto di «accesso» a, un’educazione pubblica, e sempre meno privatizzata. La privatizzazione delle Università, in particolare, è nefasta per le nuove generazioni formate a credere che la conoscenza sia soprattutto un bene economico , una merce, un mezzo di sopravvivere al posto degli altri. I bambini/le bambine dell’umanità in formazione non devono essere destinati a riprodurre gli adulti di oggi ma diventare i nuovi abitanti della Terra capaci di essere i protettori e curatori della vita della Terra.

B. Verso un Patto dell’Umanità
Principi fondatori e processi costituenti
A Sezano si è vissuto in un’atmosfera di « assemblea costituente ». Non si è trattato solo di « non arrendersi » di fronte alle devastazioni in corso né, all’opposto, di lasciarsi andare al buonismo mistificatore del « siamo positivi ». Abbiamo lavorato con l’intenzione di definire gli obiettivi, i mezzi e le modalità di azione precisi, concreti anche se di non facile e rapida realizzazione, di natura « costituente », a lungo termine. In breve, a concepire il disegno laboratorio di ciò che potrebbe/dovrebbe diventare « Un Patto dell’Umanità », un nuovo contratto sociale mondiale.
Per noi, la posta in gioco è stata : come contribuire a configurare e mettere in movimento i processi capaci di permettere all’Umanità di diventare nel corso dei prossimi anni/decenni il soggetto giuridico e politico-istituzionale solo capace, comme abbiamo visto in precedenza, di assumere il compito di assicurare la salvaguardia, la cura e la perennità della vita della Terra su scala planetaria nel nome di, per e con tutti gli Abitanti della Terra?
Vi abbiamo risposto dando il via ad « una costituente permanente », l’Agorà degli Abitanti della Terra, un movimento di luoghi e momenti in formazione senza recinti nè muri, ma di « tende » metaforiche e reali, aperte.
Abbiamo articolato quanto emerso dai lavori dell’Agorà attorno a quattro gruppi di principi fondatori e di percorsi costituenti (PPC):

PPC 1. Per un divenire della vita della Terra fondato sulla sacralità e la gratuità della vita e la responsabilità dell’umanità

PPC2. Sradicare i fattori strutturali generatori dell’inuguaglianza per cui l’impoverimento/esclusione costituisce il maggiore furto della vita

PPC3. Rimpiazzare le logiche di guerra con le logiche della sicurezza collettiva e del potere diffuso tra tutti gli Abitanti della Terra (direttamente fra gli umani e via la rappresentanza tramite l’Umanità)

PPC 4. Primi strumenti operativi al servizio della messa in movimento della concezione e realizzazione del Patto dell’Umanità.


PPC 1. Per un divenire della vita della Terra fondato sulla sacralità e la gratuità della vita e la responsabilità dell’umanità

Forte, presente ed unanime è stato il riferimento alla sacralità della vita contro i processi generalizzati e diffusi in tutte le parti della Terra della mercificazione e mercantilizzazione di ogni forma di vita, culminati nel 2012 al Terzo Vertice Mondiale della Terra a Rio de Janeiro nel riconoscimento, da parte delle elites della « comunità internazionale » espressa dall’ONU, della necessità ed importanza della « monetizzazione della natura » (« nature pricing », « nature banking »). La vita ha un valore in sé e per sé che non può né deve essere misurato in termini monetari. Il dominio attuale dell’avere sull’essere è inaccettabile. Nel suo contesto, non v’é posto per nessuna spiritualità effettiva integrale dello spirito e del corpo umano, principio discusso e proclamato nel corso dell’Agorà anche come fondamento inevitabile per l’eliminazione delle inuguaglianze di genere.

Quest’ultime hanno fatto l’oggetto d’interventi di grande valore sociale e politico, oltreché umano e morale. Il distacco tra le parole e le realtà resta inaccettabile. E’ necessario liberarsi dalla soggezione e dalla schiavitù al corpo usato dagli uomini e dalle donne come mezzo di lotta/dominio tra i due sessi ed in seno allo stesso sesso. Lungi dall’indebolirsi la mercificazione della donna tende ad accentuarsi e così la violenza tra i generi. I primatisti maschi bianchi sono i principali attori che operano contro l’umanità, ma gli indifferenti non sono da meno. La soluzione non passa principalmente dall’eliminazione degli ostacoli, che sono molti, alle « parità d’accesso ». Ma, attraverso un mutamento radicale della visione umana delle donne che gli uomini hanno imposto alle donne e a loro stessi. Bisogna agire prioritariamente non in favore delle « differenze reali nell’uguaglianza di principio » ma « per l’uguaglianza reale rispettando le differenze di principio ».
Strettamente legato alla sacralità della vita, da non confondere necessariamente con le visioni religiose della vita, è il principio della gratuità della vita. A Sezano è stato affermato che la gratuità non significa assenza di « costi » monetari e non monetari per i beni e servizi pubblici essenziali per la vita garantiti a tutti in quanto diritti. Significa che, nell’attesa delle necessarie trasformazioni verso la de-monetizzazione e la de-mercantilizzazione, la presa a carico di detti costi è assicurata dalla collettività via la fiscalità nell’ambito del bilancio pubblico. I costi dei diritti fanno parte della res publica e della responsabilità collettiva.

I lavori dell’Agorà sono stati inoltre ispirati da due altri principi. Il principio di Ubuntu, di origine africana, e quello ben noto nel mondo di Buen vivir, di matrice andina e indigena « latinoamericana ». Entrambi hanno una valenza fondamentale a tendenza universalista. Ubuntu definisce l’essere umano e sta per « io sono quel che ci siamo fatti » ed afferma con forza il carattere naturalmente e storicamente collettivo, relazionale e interdipendente dell’essere umano. L’accezione di Buen vivir è più variegata a seconda dei popoli indigeni. Essa si fonda su una relazione armoniosa tra l’essere umano e la natura, su una comunità mutualista, di responsabilità condivise, di produzione collettiva e ricchezza comune, d’inclusione sociale e di partecipazione..

Alla luce e in sintonia con detti principi, sosteniamo l’urgenza della de-monetizzazione e de-mercantilizzazione, per cominciare, dei beni comuni mondiali pubblici essenziali per la vita quali l’acqua, le sementi e la conoscenza. Lasciare al mercato, in particolare ai mercati finanziari, il potere di decisione su detti beni è stato uno dei più gravi errori collettivi degli ultimi decenni.

In questa prospettiva, diventa perentoria e pregiudiziale la costruzione dell’Umanità in quanto attore chiave del divenire della vita nel nome di tutti gli Abitanti della Terra, il cui compito, secondo l’insieme dei lavori su « Quale umanità ? » « A cosa pensano i cittadini quando parlano di umanità? », « Quali sono le parole chiave per parlare di umanità ? », è per l’appunto fare del vivere insieme pacifico e giusto il principio guida del divenire della vita, in sostituzione dell’imperativo della competitività tecno-economica per la potenza e la propria sopravvivenza.
A tal fine, in linea anche con la Global Charter for Social Protection Rights, adottata in ottobre 2018 a Gent (Belgio), proponiamo la messa in piedi di un sistema di giustizia sociale mondiale fondato su reti « locali » pubbliche di protezione sociale obbligatoria » interconnesse su scala planetaria sotto l’autorità condivisa del Consiglio Mondiale della Sicurezza Monetaria (vedi a quest’ultimo proposito PPC2)

Per completare questo primo gruppo di PPC, occorre infine, compiere un grande passo simbolico, di alto valore politico e sociale, cioè : l’attribuzione da parte dei Comuni (Collettività locali) della Carta d’Identità « Abitante della Terra » a tutti i loro abitanti ( su richiesta). L’Agorà ha insistito con forza sul fatto che ancor prima di essere cittadini norvegesi o peruviani, egiziani o vietnamiti, ungheresi o messicani….. tutti gli esseri umani sono Abitanti della Terra in uguale dignità e responsabilità rispetto alla vita della Terra. Di fronte all’esprorio dell’umanità di noi esseri umani operato dall’appropriazione patrimoniale della nostra persona da parte dello Stato nazionale e da quella produttiva da parte del sistema economico capitalista sempre più tecnologizzato, il concetto di Abitante della Terra permette, oggi, di re-inventare il divenire della vita della Terra su basi più vaste ed integranti al di là degli spezzettamenti e steccati di vecchia memoria verso cui molti esponenti delle « nuove » generazioni di adulti vuole farci ritornare. Da qui, l’idea innovativa di una Carta d’Identità « Abitante della Terra» senza valore giuridico immediato ma di elevato valore simbolico, culturale e politico.

Già 10 grandi e piccoli comuni dell’ Argentina (San Lorenzo), della Catalonia/Spagna (Palau Saverdera), dell’Italia (Fumane, Canegrate, Fugarolo Rocca, Sommacampagna, Riace, l’Ottavo Municipio di Roma), del Portogallo (Lisbona) e della Tunisia (La Marsa), hanno dato l’adesione all’iniziativa con delibere comunali. Alcuni rappresentanti dei Comuni erano presenti (Canegrate, 0ttavo Municipio di Roma).

Un’eccellente notizia in merito : il sindaco di Lisbona non solo ha dato l’adesione della sua città all’iniziativa ma si è dichiarato disposto ad accogliere a Lisbona uno dei prossimi eventi dell’Agorà degli Abitanti della Terra.



PPC 2. Sradicare i fattori strutturali generatori dell’inuguaglianza di cui l’impoverimento/esclusione costituisce il maggiore furto della vita

Il secondo campo di azione prioritario riguarda l’inuguaglianza ed in particolare le tesi largamente diffuse nel mondo intero - e le pratiche sociali ad esse legate - sulla sua « naturalità » e, quindi, supposta « inevitabilità ». L’inuguaglianza è soprattutto un prodotto sociale delle società ingiuste. Pertanto, si possono modificarne ed eliminarne i fattori strutturali. Fra questi, certamente fra i più importanti e determinant ai tempi nostri, v’ è il cosiddetto diritto di proprietà intellettuale privata sul vivente legalizzato negli Stati Uniti nel 1980. La brevettabilità privata del vivente deve essere abolita, così come va abolita la brevettabilità privata degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale in generale. In assenza di tale abolizione, sull’indispensabilità della quale i partecipanti all’Agorà si sono espressi a parecchie riprese con convinzione e fermezza, sarà impossibile lottare contro i processi generatori dell’inuguaglianza rispetto ai diritti e dell’ingiustizia sociale conseguenti alla mercificazione, mercantilizzazione, privatizzazione e finanziarizzazione della vita. E’ inoltre evidente che nessun progresso significativo sarà realizzato sul piano dello « sviluppo sostenibile » e della lotta contro le cause del riscaldamento medio dell’atmosfera terrestre se il diritto di brevettabilità privata sul vivente è mantenuto.

Logicamente, in concomitanza all’abolizione della brevettabilità privata del vivente e dell’ intelligenza artificiale, l’Agorà ha adottato la proposta relativa alla Creazione del Consiglio di Sicurezza dei Beni Comuni Mondiali Pubblici (partendo dall’acqua, le sementi, la conoscenza). Questo Consiglio è di grande importanza. Le 24 COP (« Conference of Parties ») organizzate dall’ONU ogni anno a partire dal 1993 sui cambiamenti climatici, non hanno permesso di realizzare alcun progresso significativo sostanziale se si guarda agli enormi mezzi umani e finanziari mobilitati a tal fine dai « responsabili mondiali ». Perchè ? Soprattutto a causa del principio di sovranità nazionale sulle risorse naturali e del principio annesso, cioé l’obbligo per ogni Stato di assicurare e promuovere anzitutto la sicurezza nazionale (energetica, alimentare, idrica, mineraria…). Cosi, non vi è nessun piano mondiale, con cifre definite ed approvate da parte di tutti gli Stati, riguardo gli impegni da rispettare da parte dgli Stati. Ciascuno Stato è libero di fissare, in piena sovranità, i suoi impegni supposti contribuire a mantenere al disotto di 2 gradi l’aumento medio della temperatura terrestre. Inoltre, la stragrande maggioranza degli Stati ha abbandonato la sua sovranità sulle risorse naturali avendone venduto la proprietà e/o trasferito la gestione ed il controllo alle imprese private, specie multinazionali quotate in Borsa, per cui il reale potere politico sulle risorse è, in finale, in mano ai mercati finanziari mondiali. In questo contesto, è inevitablile che « nel nome della sicurezza nazionale », gli Stati diano la priorità all’obiettivo della competitività dell’economia nazionale sui mercati mondiali. Da qui le guerre continue, non solo economiche, per il controllo delle risorse e l’abbandono di ogni preoccupazione relativa alla sicurezza collettiva della vita della Terra.
Le due proposte (abolizione della brevettabilità del vivente e degli algoritmi, e creazione del Consiglio di Sicurezza dei beni comuni mondiali pubblici) hanno una chance di realizzazione a condizione che siano modificate le logiche che ispirano le finalità e il funzionamento del sistema finanziario dell’economia dominante. Per questo, sono state identificate e proposte le seguenti misure finanziarie :

- mettere fuorilegge i paradisi fiscali (che legalizzano l’evasione), i prodotti derivati (sanguisughe dell’economia) e le transazioni finanziarie ad alta frequenza (che operano fuori dal tempo umano e sociale,) e

- creare la Banca pubblica mondiale (in sostituzione della Banca Mondiale e del FMI), sotto l’autorità ed il controllo del Consiglio Mondiale della Sicurezza Monetaria, capace di sostenere i bisogni finanziari del Patto dell’Umanità senza indebitamento usuraio. Tendenzialmente, l’attuale (dagli anni ’70) indebitamento generale e massiccio privato e pubblico nei confronti dei soggetti finanziari/creditori quasi tutti privati, rappresenta un fenomeno anormale ed illegittimo dell’economia esistente e merita di essere profondamente corretto e eliminato.


L’acqua grida: via le armi, via i prodotti tossici.
Appello del 15 dicembre 2018. Agorà degli Abitanti della Terra

Chissà per quanti miliardi di esseri umani si sarebbe potuto concretizzare il diritto universale all’acqua potabile ed all’igiene (e quindi alla salute) se negli anni 1975-2000 il mondo avesse speso per l’acqua i dieci e più trilioni di $ (un trilione è mille miliardi) che da soli gli USA hanno speso per le armi e le guerre! Eppure ancora oggi gli USA e gli altri Stati guerrafondai, ladri della vita, hanno speso (nel 2017) più di un trilione e mezzo per «armarsi e fare la guerra»! Non c’è bisogno di aggiungere altro. I gruppi sociali dominanti che fanno approvare apparentemente democraticamente le spese militari insensate (la Cina ha fatto esplodere anch’essa, dopo gli USA, la bomba non nucleare più potente mai prodotta finora), che continuano a lasciare a se stessi la libertà di produrre ed usare centinaia di sostanze tossiche particolarmente nocive ( che inquinano le acque del pianeta e contaminano il sangue delle persone e distruggono la salute della vita della Terra), sono irresponsabili, dei mercanti di morte, meritano di essere banditi dai posti di governo e di potere e processati per «crimini contro l’umanità e la vita della Terra».
Altrettanto ridicolo è il comportameto degli adoratori del «  technology fix  » che invece di risanare le acque devastate e proteggere le acque del Pianeta non ancora distrutte qualitativamente, pensano a far soldi sulla pelle degli assetati promettendo di salvare i bisogni idrici di tutti gli Abitanti della Terra «  grazie  » alla tecnologia di trasformazione dell’aria in acqua.
La Terra si libera dalla sete di acqua liberando il divenire della vita dal potere dei produttori e mercanti della guerra e dalla cecità arrogante dei tecnofinanziari della salvezza. Da loro non c’è nulla da sperare, se non guerre ulteriori e sempre più assetati da salvare. Tocca agli Abitanti della terra di organizzare il vivere insieme dell’Umanità in mille e nuovi modi di vita, localmente e globalmente, secondo i principi e le modalità discusse, valutate ed approvate dall’Agorà degli Abitanti della Terra. L’acqua è vita. La potenza dei pochi è negazione della vita.



PPC3. Rimpiazzare le logiche di guerra con le logiche della sicurezza collettiva e del potere diffuso tra tutti gli Abitanti della Terra, direttamente fra gli esseri umani e via la rappresentanza tramite l’Umanità

Re-inventare i beni comuni mondiali pubblici come base anche di una responsabilità e di una politica della vita e della sicurezza collettiva planetaria; e, a tal fine, ri-concepire un sistema finanziario al servizio della giustizia sociale e della solidarietà globale, costituiscono due processi chiave per la concezione e messa in atto di Un Patto dell’Umanità.

Un terzo processo chiave è rappresentato dalla messa al bando della guerra. Il quarto, dalla promozione di forme democratiche di governo delle comunità umane « senza frontiere » dal locale al livello planetario.

A questo, sono volte le proposte di cui si è molto parlato sotto la tenda dell’Agorà, in particolare, per quanto riguarda ripudiare la guerra (nella piena adesione ed impegno a partecipare in futuro alla Jai Iagat 2020, la Marcia mondiale per la pace, organizzata dal movimento indiano Ekta Parishad) :

-ratificare il trattato d’interdizione delle armi nucleari approvato da 122 paesi dell’ONU nel luglio 2017,

-mettere fine al commercio delle armi e restringere a situazioni eccezionali la legalità del porto delle armi. Il che comporta, fra altre misure, quella di mettere fuori legge le milizie private « a difesa » delle attività minerarie e estrattive,(cfr. documento del gruppo di lavoro 6)

e, per quanto riguarda le forme democratiche « senza frontiere » :

  • costituzione di un Parlamento planetario per iniziativa del Parlamento europeo, del Parlatino (America latina), del Parlamento Panafricano….) cui affidare la funzione di orientare nel nome e per i diritti di tutti gli abitanti della terra le azioni comuni essenziali ed urgenti di risanamento dello stato di salute della Terra. Si tratterebbe di un passo importante verso l’istituzionalizzazione dell’Umanità in quanto tale, al di là delle logiche inter-statali e inter-governative proprie al sistema onusiano ;
  • Realizzare varie iniziative di coscientizzazione, sperimentazione e istituzionalizzazione a sostegno della moltiplicazione di organismi mondiali democratici « senza frontiere » in tutti i campi del vivere insieme. Uno strumento participativo che andrebbe in questa direzione potrebbe essere una Iniziativa Mondiale degli Abitanti della Terra nel contesto, per il momento, del sistema ONU secondo il modello dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) introdotta dall’Unione europea (vedi documento del gruppo di lavoro 10, https://www.worldcitizensinitiative.org ).



PPC 4. Primi strumenti operativi al servizio della messa in movimento della concezione e realizzazione del Patto dell’Umanità.

In tutti gli esercizi di progettazione e realizzazione di piani, programmi e obiettivi, è necessario identificare le forze sociali capaci di « dare gambe » alle idee. Le due ultime proposte sono un tentativo di dare una risposta concreta, seppur parziale e limitata, a detta esigenza.

La priorità è data ai nuovi movimenti di mobilitazione mondiale, da un lato, ed alle istituzioni comunali/collettività locali, dall’altro :


- adesione/alleanza e sostegno alle marce mondiali esistenti (delle donne, la Jai Jagal 2020, dei migranti…) e estensione del loro modello ad altre categorie di abitanti della terra ( le madri, gli/le insegnanti, i/le giovani, i/le bambini/e...)

- istituzione della Giornata degli Abitanti della Terra (GAT) il 15 dicembre di ogni anno con il sostegno dei Comuni/Collettività locali. La giornata degli Abitanti della Terra avrà, ogni anno, un obiettivo preciso concreto da realizzare nel quadro dell’esecuzione del Patto dell’Umanità. Il giorno in cui gli obiettivi principali della Giornata saranno realizzati, la Giornata avrà terminato la sua funzione e sarà destinata eventualmente a trasformarsi in un’altra iniziativa a servizio del Patto dell’Umanità.


Conclusione
Il divenire della vita della Terra è ancora nelle mani degli Abitanti della Terra.
Crediamo con convinzione che le proposte presentate siano pertinenti, appropriate e fattibili. Tutto dipenderà dalle lotte culturali e sociali che le accompagneranno. La storia umana è fatta di numerosi insuccessi locali, settoriali e temporari di tante buone proposte. Quel che resta però incoraggiante è sapere che la storia umana riesce, prima o poi, a realizzare ciò che per tante persone ed istituzioni e per molti anni, è stata considerata un’utopia irrealista e irrealizzabile. Il divenire della vita è più ricco in creatività di quanto la ragione umana possa immaginare.

Documento redatto ed approvato dai partecipanti all’Agorà su una proposta iniziale di Riccardo Petrella.


Saremo lieti di fornire ulteriori informazioni e spiegazioni a tutte le persone ed organizzazioni interessate al seguito da dare alle proposte contenute nella « Carta » .
Procederemo, fra alcune settimane , al lancio della campagna di adesioni.
Segnaliamo che per iniziativa di vari gruppi e/o reti partecipanti all’Agora sono state già previste o proposte nel 2019 una serie di agorà particolari (delle madri, calabro-sicula, delle bambine/bambini, del glossario dell’umanità, sul Consiglio di Sicurezza dei Beni Comuni Mondiali Pubblici, Giornata degli Abitanti della Terra…). Tante iniziative in prospettiva.














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IL FORUM INTERNAZIONALE

A Verona la prima Agorà
degli Abitanti della Terra


Sono previste 200 persone da tutto il mondo. L'incontro veronese si situa nell'ambito della campagna "L'audacia nel nome dell'umanità". L'obiettivo è quello di redigere la Carta dell'Umanità per dare fondamento giuridico all'umanità e a un nuovo soggetto di diritto: l'abitante della Terra.
Tanti i protagonisti e i testimoni.

VERONA - Meno di un mese alla prima Agorà degli abitanti della Terra. Un programma denso di tre giornate che vedrà la partecipazione di circa 200 persone da varie parti del mondo, che da oltre un anno lavorano per la campagna "L’Audacia nel nome dell’Umanità”, lanciata dall’economista italo-belga Riccardo Petrella.
Saranno presenti anche volti noti dell’impegno sociale e culturale, come l’attore Moni Ovadia, il vescovo della Patagonia cilena Luis Infanti de la Mora, il teologo della liberazione latino-americana Marcelo Barros, il filosofo Roberto Mancini, la coordinatrice del Global Justice Network Francine Mestrum, nonché testimoni del Sud, come la mediatrice camerunense Marguerite Lottin, il medico indiano Siddhartha Mukherjee e Isoke Aikpitanyi, che si è liberata dal racket della prostituzione nigeriana e vincitrice del premio Donna dell’anno 2018.

L’evento “Agorà degli abitanti della Terra” è in realtà solo il primo passo di una iniziativa più ampia che ha come obiettivo il riconoscimento dell’Umanità come attore principale nella regolazione politica, sociale ed economica a livello globale. La sfida ambiziosa di stilare la Carta dell’Umanità, si pone come reazione costruttiva alle attuali spinte disgregatrici e divisive, che stanno rapidamente allontanando le persone dal riconoscersi parte della stessa “comunità umana” e dello stesso pianeta. Spinte che hanno portato nel tempo alla mercificazione di ogni forma di vita, alla privatizzazione dei beni comuni, alla monetizzazione della natura e ad un sistema finanziario predatorio, per citarne alcune.
Ecco allora che si è creato un nuovo spazio di dialogo e confronto, dove i gruppi promotori provenienti da Italia, Belgio, Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Tunisia, Canada, Cile, Brasile e Argentina, presenteranno i loro lavori e si confronteranno su nuove proposte, in sessioni plenarie e parallele, presso il Monastero del Bene Comune di Sezano, sulle colline veronesi.

L'altro ambito di lavoro di questi giorni veronesi sarà l'istituzione (per il momento simbolica) di una “Carta d'identità mondiale degli abitanti della terra”. I Comuni potranno riconoscere che tutti gli esseri umani, radicati nei loro innumerevoli luoghi di vita sono abitanti di una stessa "comunità di vita” prima di essere cittadini di singoli stati. Finora i Comuni che hanno formalmente aderito sono: San Lorenzo (Argentina), Fumane e Canegrate (Italia), La Marsa (Tunisia), Palau Saverdera (Catalonia) oltre alla rete dei Comuni solidali (Recosol) e l'associazione nazionale dei Comuni virtuosi.

I temi previsti sono le diseguaglianze, l’impoverimento e l’esclusione sociale, il disarmo del sistema finanziario, la messa al bando delle armi, i beni comuni come l’acqua, il ripensare ad una collaborazione tra cittadini e organizzazioni non governative, e nuove visioni sul cammino dell’Umanità in questa fase di transizione.

GL