« Progetto Umanità »
Progetto
d’Azione
CARTA DELL’UMANITÀ
Dalla
« Carta della Terra » alla « Carta della Vita »
Primo schizzo
(RP)
Documento
di lavoro
per l’incontro del 16 dicembre 2018 Sezano
(Verona)
INDICE
Introduzione. Dalla
« Carta della Terra » alla « Carta
della Vita »
Parte Prima. Il tempo
dell’ecocene
I principi fondatori
-
Il principio di responsabilità dell’umanità. L’imperativo planetario
-
Il principio della vita e del vivere insieme
-
Il principio dell’abitare e della casa comune
-
il principio dei diritti di tutte le specie viventi
-
I principi di giustizia, uguaglianza, libertà e democrazia
Parte Seconda. L’audacia
istituzionale
I principi ispiratori
-
Il primato del Patto sociale mondiale
-
La centralità del diritto
-
La priorità alle regole ed alle pratiche della partecipazione
-
Un’architettura non lineare del governo della casa comune
Parte Terza. I processi
costituenti
I principi d’orientamento
-
I percorsi di mutamento del sistema finanziario/economico
-
Le modalità dello sradicamento dei fattori strutturali generatori delle inuguaglianze rispetto ai diritti e doveri
-
Le rotture per far nascere una comunità mondiale che ripudia la guerra
-
le traiettorie della lotta contro le cause antropiche del cambiamento climatico
Introduzione.
Dalla « Carta della Terra » alla »Carta della
Vita »
Questo testo rappresenta un
tentativo, certamente non il primo, da parte di cittadini provenienti
da diversi paesi e regioni del mondo di esporre la loro visione, in
quanto abitanti della Terra, di cosa dovrebbe essere una
politica della vita del pianeta Terra da parte e nel nome
dell’umanità. Da qui la forma adottata di « Carta
dell’umanità », prefigurazione lontana, allo stato bruto,
di una futura auspicabile «Carta costituzionale dell’umanità ».
Uno
dei tentativi più interessanti di
questi ultimi ventanni,
al di fuori di quelli internazionali intergovernativi promossi
nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite,(1)
è
costituito dalla « Carta
della Terra ».
Nata nel
1994 per
iniziativa di due personalità « mondiali », Maurice
Strong
e Mikhaïl Gorbachev, la
« Carta
dellaTerra »
è figlia della
nuova coscienza « ambientalista » ed « ecologica »
sviluppatasi a partire dagli anni ‘70 (« Halte à la
croissance » del Club di Roma) e consolidatasi negli anni ‘80
e ‘90 a seguito del Rapporto Brundtland sulla sostenibilità (1987)
e della diffusione mondiale delle tesi sullo sviluppo durevole e
l’economia verde (Rio, 1992).
Approvata
nel 2000 a seguito di una consultazione popolare, essa è stata
sottoscritta e adottata da più di 5.000 associazioni e ONG nel mondo
intero. Come è scritto nella « Carta » essa
« ha
lo scopo di ispirare in tutti i popoli un senso di interdipendenza
globale e di responsabilità condivisa per il benessere di tutta la
famiglia umana, della grande comunità della vita e delle generazioni
future”. Si appella all'umanità per promuovere una collaborazione
globale in una svolta critica della storia. La visione etica della
« Carta della Terra » suggerisce che la protezione
dell'ambiente, i diritti
umani,
lo sviluppo
umano equo
e la pace sono
interdipendenti ed indivisibili. La
« Carta » fa riferimento, per la prima volta in un
contesto
(1)
Pensiamo
in particolare
all’organizzazione da
parte dell’ONU dei
tre Vertici Mondiali della Terra (Rio,
1992 ; Johannesburg, 2002 e Rio, 2012) che hanno alimentato, tra
l’altro, l’Agenda mondiale 2000-2015 (Gli obiettivi dello
sviluppo del Millennio) e l’Agenda mondiale 2015-2030 (Gli
obiettivi dello sviluppo
sostenibile), cosi come le numerose COP sul cambiamento climatico ed
il Trattato di Kyoto (2007-2012).
…..internazionale
formale,
alla
nozione di « grande comunità della vita » per parlare
dell’insieme della vita sul pianeta Terra. Cio’
nonostante e malgrado
la bella e utile impalcatura concettuale della « Carta »
attorno a 4 pilastri e a 16 principi
(2), la
« Carta » è marcata da due limiti : non mette in
questione i
principi
fondatori
del sistema economico e politico-sociale che ha portato all’attuale
grande crisi ecologica
ed
economica mondiale
(
quali
diritto
di proprietà intellettuale privata sul vivente, mercificazione della
vita, monetizzazione della natura, sovranità assoluta nazionale
sulle risorse naturali, privatizzazione dei servizi idrici e
delle
sementi, primato della sicurezza nazionale energetica,
alimentare….) . Inoltre,
parlando di
cooperazione globale, essa
la mantiene nell’ambito
riduttore del modello del multilateralismo internazionale
intergovernativo
dimostratosi incapace
di risolvere i problemi mondiali planetari.
A
nostro avviso,
un secondo tentativo rappresenta verosimilmente un passo avanti più
decisivo. Si tratta della
confluenza di una pluralità di correnti di opinione sviluppatesi in
maniera autonoma in diverse parti del mondo (pensiamo alle tesi su
Gaia, alle concezioni amerindiane di Pachamama e del buen vivir, alle
concezioni della nonviolenza,
alle teorie e le pratiche dei beni comuni e della res publica, ai
movimenti di opposizione contro la mercificazione e mercatizzazione
della vita, alle pratiche dell’auto-organizzazione e della
democrazia partecipativa, alla critica del tecnologismo feticcio….),
ma legate da una comune opzione in favore di una visione del mondo e
della vita che assume l’integralità delle dimensioni ecologiche,
economiche , politiche e etiche. Un’espressione fortunata di questa
confluenza
è indubbiamente rappresentata dalla seconda enciclica di Papa
Francesco, « Laudato
sii »
,che puo’ essere definita come una vera e propria « Carta
della Vita » che nel linguaggio di Papa Francesco sarebbe
« Carta della Creazione ».
In
effetti, l’oggetto
della Laudato
sii
è il rapporto tra gli esseri umani e la creazione. L’enciclica
afferma
che la crisi ecologica è «...una conseguenza drammatica
dell'attività incontrollata dell'essere umano» e che sconsiderato
della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta
(2)
I quattro pilastri sono : rispetto e cura per la omunità della
vita ; integrità ecologica,giustizia economica e
sociale,democrazia, non violenza e pace. Riguardo
i 16 principi in dettaglio, rinviamo a
http://earthcharter.org/discover/download-the-charter/
«...attraverso
uno sfruttamento vittima di siffatta degradazione». Da
qui «...l’urgenza
e la necessità di un mutamento radicale nella condotta
dell'umanità», perché senza un «...autentico progresso sociale e
morale...» la crescita economica e il progresso tecnologico più
prodigioso possono ripercuotersi contro l'uomo. Per questi motivi,
Laudato
sii
insiste
su una
"conversione ecologica globale", "un'autentica
ecologia umana"
destinata
a «...eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia
mondiale e di correggere i modelli di crescita » influenzati
dal
"paradigma tecnocratico dominante", ossia la tendenza «...a
credere che ogni acquisto di potenza sia semplicemente progresso,
accrescimento di sicurezza, di utilità, di benessere, di forza
vitale, di pienezza di valori".
Altro
apporto molto
importante
di
Laudato
sii : il
documento espone
cinque
percorsi
suscettibili di aiutare l’umanità « ad
uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando".,
cioé
dialogo
sull'ambiente nella politica internazionale, nuove politiche
nazionali e locali,
trasparenza
nei processi decisionali, politica ed economia per
la pienezza umana, dialogo
tra le
religioni e
le scienze.
In
questo senso , la « Carta della vita » rappresentata
dalla Laudatio
sii »
si
situa nella prospettiva aperta dalle tesi sull ‘ « antropocene »,
neologismo proposto dal meteorologo chimico del’atmosfera Paul
Joseph Crutzen, Premio Nobel della chimica nel 1995, per designare
una nuova epoca geologica in cui sarebbe entrata la vita della Terra
marcata dall’influenza
determinante globale
delle
attività umane sulla
biosfera, sull’ecosistema terrestre, a
partire dalla rivoluzione industriale della fine del XVIII°
secolo. Da
qui, l’imperativo assoluto di cambiare le nostre relazioni
aggressive e predatrici, d’inimicizia e di sfruttamento, con il
resto della natura e la Terra. Gli esseri umani appartengono alla
vita della Terra e questa dipende sempre di più dalle attività
degli esseri umani.
Se
la « Carta della Terra » risponde esenzialmente
all’obiettivo di « salvare
la vita del pianeta per salvare l’umanità »
e si affida al multilateralismo internazionalista intergovernativo
in un contesto di crescente privatizzazione del potere politico
pubblico, l’obiettivo della
« Carta della Vita » espressa dalla Laudato
sii
è di « salvare
l’umanità per salvare la vita (la creazione) nella sua
integralità »,
spostando
il centro della soluzione sull’asse della capacità di assunzione
da parte dell’umanità
della responsabilità
della salvaguardia e della cura della vita della Terra. Cosi
facendo, la
Laudato
sii riporta
giustamente
il carico del divenire della vita su una umanità
planetaria cosciente della potenza
distruttrice e costruttrice acquisita e della sua
appartenenza
alla storia della comunità generale della vita. E,
quindi, del suo ruolo fondamentale, unico, per il divenire della vita
della Terra, casa comune per tutti i suoi abitanti.
La
presa
di coscienza della responsabilità
dell’umanità è
al centro del legame
tra « Carta della Terra »
e
« Carta della
Vita » e
del passaggio che ci ha condotto a proporre di lavorare su una
« Carta
dell’umanità ». Sia
la « Carta della Terra » che la « Carta della
vita » assumono come base di partenza il cambio epocale
rappresentato dall’antropocene.
La « Carta della Vita » (di
cui
Laudato
sii è
un esempio dei più interessanti e compiuti)
è più esplicita e decisa nella scelta in favore dell’imperativo
planetario
che incombe sull’umanità di agire per capovolgere
il
sistema attuale sul cammino della promozine di un nuovo periodo
storico, quello dell’ecocene
(centrato sul
primato da accordare
al
ruolo
dei
fattori favorevoli, specie
di origine umana, alla
salvaguardia e cura della vita nella sua integralità
planetaria).
Alla
luce di quanto precede, la « Carta dell’umanità »
é strutturata
in tre parti :
-
il
tempo dell’ecocene,
cioé il contesto
di riferimento (principi fondatori) nel quale dovrà
articolarsi
il divenire della vita della Terra e
si costruirà
la nuova storia della condizione umana in continua trasformazione,
in stretta interdipendenza con le altre specie della comunità
generale di vita ;
-
l’audacia
istituzionale,
cioè
le regole, i mezzi, e
le ingegnerie organizzative di ogni genere, grazie alle quali
l’umanità puo’ e deve assumere e realizzare le sue responsabiità
primarie per la salvagunardia, la cura e la perenntià della vita ;
-
i
processi
« costituenti »
, cioé le azioni
e le modalità da promovere in priorità
nei prossimi anni e decenni
per rispondere efficacemente all’imperativo planetario.
Parte Prima. Il tempo
dell’ecocene
I principi fondatori
-
Gli abitanti della Terra : la grande comunità di vita
1.Noi, cittadine e
cittadini di varie regioni del mondo piccole e grandi,
tutte e tutti abitanti
della Terra, con eguali diritti e doveri,
indipendentemente dalle nostre credenze, usi e costumi,
tradizioni, confessioni religiose, condizioni sociali,
ed al di là delle nostre
legittime esigenze di sicurezza di esistenza per le comunità umane
ed i popoli di cui facciamo parte in un contesto di crescente
varietà, pluralità e interdipendenza,
ci consideriamo membri
integranti di una grande comunità di vita della
cui storia di milioni e milioni di anni noi esseri umani siamo il
risultato
insieme alle altre specie
viventi (microbiche, vegetali, animali) che hanno popolato il pianeta
Terra da miliardi d’anni e che oggi abitiamo insieme ;
considerando cosi il
pianeta Terra la casa comune di tutti i suoi abitanti,
il luogo di vita (oikos)
comune a tutte le forme di vita conosciute.
-
Le lezioni dell’antropocene
2.
Per
decine di migliaia di
anni, per
noi esseri umani
la vita che « ha contato » sopra ogni altra forma di
vita è stata la nostra vita, in particolare la nostra vita
individuale, della famiglia, del clan, e poi della nostra città, e
in epoche a noi più vicine, della nostra regione, del nostro paese,
anche se in importanza più ridotta rispetto alla vita
individuale/familiare e della propria comunità d ibase. L’era
dell’antropocene ci
ha fatto capire ch’è assolutamente urgente ed imperativo di
cambiare le relazioni tra la nostra vita e quella di tutte le altre
specie viventi. La « Carta della Terra » ci ha dimostrato
che la nostra vita, la sua qualità e sopravvivenza, dipende oramai
della vita globale del pianeta. Per questo, ci ha detto, dobbiamo
salvare la vita della Terra nella sua integrità. La
« Carta della Vita » ci dice che l’umanità è la sola
specie vivente che puo’ e deve assumere la responsabilità del
divenire della comunità generale della vita della Terra.
-
L’imperativo planetario della responsabilità dell’umanità
3.
Cosi,
nella storia della vita della Terra è emersa recentemente la
coscienza di un imperativo
planetario della vita di
cui il destinatario è l’umanità. L’imperativo
si traduce nella prescrizione seguente :
é compito essenziale e fondamentale dell’umanità di essere
responsabile:
-
della vita di tutti gli esseri umani e popoli della Terra dando la
priorità ai tre miliardi e più di persone escluse o impoverite, e
questo fintanto che i fattori strutturali dei processi generatori di
impoverimento del mondo non saranno stati eliminati;
-
della vita delle altre specie viventi, secondo le regole stabilite
nel corso degli ultimi anni e di quelle che verranno sotto l’impulso
dell’umanità.
Assicurare
e garantire la salvaguardia e la cura delle forme di vita che
compongono la comunità generale di vita della Terra implica
il rispetto
dei molteplici processi
di rigenerazione e biodiversificazione.
Aver fatto seccare centinaia di laghi e sparire migliaia di fiumi ed
altri corsi d’acqua, aver eliminato numerosissime
zone umide e deforestato milioni e milioni di ettari è stato da
parte di noi esseri umani un furto fatto alle capacità di
rigenerazzione della vita, un crimine contro la vita.
-
Il principio della vita e del vivere insieme
4. Affermiamo, pertanto, che è
nostro dovere di applicare il principio della
vita e del vivere insieme come riconoscimento del valore
assoluto in sè della vita. Il valore della vita non può essere
misurato in funzione di criteri esterni alla vita stessa (come la
crescita economica, il profitto, l’uso delle nuove tecnologie,
l’interesse nazionale….). La vita vale perché è. Per questo la
sicurezza della vita non puo’ essere che collettiva e nella
sua integralità. La sicurezza non può essere solo o principalmente
quella degli americani USA o dei nigeriani o degli europei o dei
russi…. Né essa puo’ essere solo o principalmente quella degli
esseri umani a scapito delle altre specie viventi, ma solo, e
comunque, secondo regole sagge end eque. Un altro elemento chiave è
strettamente connesso a questo principio. La vita è un dono, è
gratuità per definizione. Anche nel contesto della crescente
e intensa tecnologizzazione della vita , la vita resta un
dono, non più solo della natura e/o, per tantissimi altri nel
mondo, di Dio, del Creatore, ma di una « natura » modificata,
plasmata, fatta dall’operosità e creatività degli esseri umani.
-
I principi ed i modi dell’abitare e governare la casa comune. Il diritto di cittadinanza
5. Più la vita, ogni forma di
vita, è tecnologizzata e « virtualizzata » con tempi e
spazi « rivoluzionati » rispetto ai tempi ed agli spazi
finora conosciuti e vissuti dagli esseri umani e dalle altre specie
viventi, e più cambiano le forme e le modalità secondo le quali la
Terra è considerata e vissuta oggettivamente in quanto « casa
comune degli abitanti della Terra », più dobbiamo ripensare e
ridisegnare i principi ed i modi dell’abitare e
governare la casa comune. Ogni essere umano è abitante della
Terra e nessuno, nessuna autorità – quale che sia il potere o
prestigio autodatosi- puo’ misconoscere questa realtà : non
c’è alcun essere umano clandestino sulla Terra. Tutti hanno
diritto di esistenza e di abitare « la casa comune ». La
comunità mondiale attuale ha pertanto il dovere di attribuire a
ciascun essere umano una « carta d’indentità mondiale »
con la quale i soggetti oggi dotati di potere giuridico riconoscono
a ciascuno di noi di « essere abitante della Terra »,
cioè il riconscimento della prima forma elementare del diritto
universale di cittadinanza.
La « cittadinanza »
significa che per quanto « la casa comune » stia
diventando ogni giorno sempre più complessa e diversificata, ogni
abitante nasce e dovrebbe crescere in essa in pari dignità e
uguaglianza rispetto ai diritti ed ai doveri. Non ci possono né
devono essere abitanti di prima, seconda o terza categoria riguardo i
diritti e, a fortiori , abitanti esclusi, o relegati in zone
periferiche e /o abbandonate della casa. Eppure oggi, le
ineguagalianze e le esclusioni vecchie e nuove sono cresciute e si
sono rinforzate proprio in nome (mistificatore) della
« globalizzazione » della vita e della « casa
comune ». Sradicare dette inuguaglianze ed esclusioni
costituisce il primo compito concreto per l’umanità sul cammino
della realizzazione dell’imperativo planetario (vedi, in
particolare, parte terza)
-
Il diritto di « abitare la casa comune »
6. Il diritto di
« abitare la casa comune » è libero e gratuito.
La cittadinanza non si paga, nè si acquista sui mercati nazionali o
sul mercato mondiale (alla moda delle carte di credito). La casa
comune è il luogo di vita di tutti e nessuno puo’ essere
considerato un locatario provvisorio, senza dimora fissa, o moroso
(salvo nel caso di non rispetto grave delle regole del vivere
insieme. Ma anche in questo caso nessuno puo’ essere privato
dell’abitare). Inoltre, non si puo’ domandare il pagamento di
uscita e di entrata per muoversi da una parte all’altra della
casa. Le migrazioni (il diritto di migrare) sono
un’espressione primaria della vita , un atto
naturale, salvo nel caso in cui esse siano dovute a
cause contrarie alla volontà ed al desiderio della persona o del
gruppo umano obbligati a migrare sotto la pressione della violenza
altrui, del dominio dgli altri, delle guerre e delle esclusioni di
ogni genere ad opera degli altri abitanti della Terra. Da qui,
l’importanza che attribuiamo alla Carta d’identita mondiale/
Abitante della Terra.
Lo stesso dicasi di una delle
forme concrete maggiori dal diritto di abitare espressa dal diritto
ad un alloggio adeguato e degno
(individuale, famigliare, di gruppo…..). L’aver
accettato nel passato da parte delle società umane le disuguaglianze
strutturali nel diritto (negato) alla cittadinanza ed
all’abitare/alloggio ha condotto per secoli a condannare e
sacrificare la vita di miliardi di esseri umani a condizioni inumane
ed ingiuste. Oggi più di 1,4 miliardo di esseri umani vivono nelle
cosidette baraccopoli. Noi consideriamo che non è legittimo di
parlare di « casa comune » e di diritto alla vita
fintantoché il diritto all’alloggio non sia assicurato a tutti gli
abitanti della Terra, cio’ che vale con altrettanto forza per gli
altri diritti umani essenziali per la vita ed il vivere insieme.
-
I diritti umani essenziali per la vita ed il vivere insieme quali il diritto all’acqua, all’alimentazione, alla salute, alla conoscenza, al lavoro…..
7. Affermiamo, effettivamente,
che non c’è rispetto della vita nè vivere insieme possibile,
buono, nè casa comune della Terra se le regole che governano
l’organizzazione , il funzionamento e il divenire della vita della
Terra continuano ad essere le regole attuali. Queste sono all’origine
delle grandi disuguaglianze ed esclusioni esistenti sul piano della
concretizzazione degli altri
diritti umani essenziali per la vita ed il vivere insieme quali il
diritto all’acqua, all’alimentazione, alla salute, alla
conoscenza, al lavoro, all’energia solare, all’informazione e
comunicazione, alla partecipazione al
governo comune della res publica.
Noi,
umanità, consideriamo che l’imperativo planetario implica
che si pensi e si agisca oramai senza ulteriori esitazioni e
compromessi alla costituzione di una umanità dei diritti,
hic et nunc, una società politica mondiale di diritto, fondata ai
vari livelli dei territori e spazi di vita sui diritti di sicurezza
di esistenza e di sviluppo integrale di tutti e per tutti.
Noi, umanità,
consideriamo che è possibile, al fine della
realizzazione di questo obiettivo, operare i cambiamenti strutturali
descritti nella seconda e terza parte della Carta.
-
I diritti delle altre specie viventi
8. A questo riguardo noi,
umanità riconosciamo il
principio del diritto di esistenza ed
alla vita di tutte le specie viventi e non solo degli
esseri umani. Siamo agli inizi di un cambiamento di
prospettive cosmologiche.
Un corpus giuridico è in via
di formazione in merito ai diritti degli animali, delle piante e
delle specie microbiche. Inoltre, sempre più consistenti sono le
ricerche e le proposte di presa in conto dei criteri di salvaguardia
e di cura del buon stato ecologico degli ecosistemi e delle varie
singole specie viventi non umane nella definizione degli obiettivi e
dei modi giusti e sostenibili di valorizzazione ed utilizzo dei beni
e dei servizi essenziali per la vita ed il vivere insieme in quanto
comunità generale di vita.
I criteri cui ci riferiamo
vanno ben al di là dei criteri usati nel quadro della
« responsabilità sociale ed ambientale delle imprese »
e delle correlate economie dette « circolari »,
« collaborative », « sociali di mercato »,
« nuova fiscalizzazione » o, infine, del paradigma della
monetizzazione della natura (analisi dei costi e benefici ambientali
della natura). E’ tempo di esplorare cambiamenti profondi e di
aprire nuovi orizzonti alla luce anche degli importanti passi in
avanti compiuti dalle scienze cognitive e le scienze biologiche. E’
indispensabilte abbandonare l’approccio oggi predominante fondato
sulla mercificazione della vita.
-
Concretizzare i principi di giustizia », uguaglianza, libertà e democrazia.
9.
Noi, umanità,
desideriamo
abbandonare la concezione
e la pratica della giustizia a geometria variabile, in funzione
degli interessi dei potenti
perché quando
vige questa giustizia
non vi è umanità. I
popoli non devono più accettare come un fatto normale che la
giustizia non sia uguale per tutti.
Noi
affermiamo che l’uguaglianza dei diritti fra tutti gli esseri
umani è fondamentale
per la cosruzione
di comunità umane
stabili e nonviolente. E’
contro l’uguale diritto di vita aver causato la morte di più di
40 mila persone nel Mediterraneo nel loro tentativo d’immigrare nei
paesi dell’Unione europea. Inoltre siamo davantiad un atto di
eccezionale violenza contro la libertà e la democrazia di tutti i
popoli della Terra quello compiuto dalla più alta autorità dello
Stato più potente al mondo sul piano militare ed economico
decidendo in solitario di riconoscere Gerusalemme come la capitale
dello Stato d’Istaele. L’umanità non esiste e non esisterà mai
in futuro se ella tollera atti cosi contrari al diritto della
popolazione mondiale alla pace, al vivere insieme capace
di risolvere con gli strumenti del diritto gli inevitabili conflitti
interni.
In generale, l’opinione pubblica è mantenuta
nella convinzione che la pace mondiale non sia possibile.Cio’ sarà
vero fintantoochè
i gruppi sociali dominanti continueranno a parlare della necesssità
del « popolo armato » (vedi gli USA, la Cina, la Russia,
la Francia, Israele, l’Arabia saudita, la Corea del Nord….)
contro, dicono, le minacce di dominio da parte degli altri popoli !
Affinché la pace si appoggi su basi solide, noi affermiamo che il
primo passo da compiere
« nel nome dell’umanità »
è il disarmo
e
ciò
comincia con la ratifica del trattato dell’interdizione delle armi
nucleari, batteriologiche e chimiche
e la creazione di un’autorità di controllo dotata di poteri
giurisdizionali e di sanzione.
Siamo
giunti all’inizio della parte seconda « L’audacia
istituzionale ».
Parte
seconda. L’audacia istituzionale
Non
basta approvare la carta dei diritti/doveri. L’umanità ha anche
l’obbligo di creare le istituzioni dotate della legittimità
« costituzionale » e dei mezzi adeguati per far
rispettare le regole comuni.
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