Incontro del 17 marzo 2018
Siamo felici della partecipazione all'incontro di sabato 17 marzo perchè siamo stati in molti a rispondere positivamente alla proposta di scrittura della Carta dell'Umanità e perchè abbiamo espresso liberamente ciò che questa proposta ha sollecitato in noi. Esperienze, riferimenti, suggerimenti, dubbi... riflessioni che Mimmy ha premurosamente trascritto sui cartelloni
Come d'accordo, Paolo Cacciari ha scritto una premessa alla Carta che propone di titolare Carta del cammino umano. (vedi sotto)
In vista del prossimo incontro, si diceva di accogliere la proposta di Ernesto Guerriero: scrivere brevemente un'esperienza di umanità che abbiamo vissuto facendo emergere le "parole" che l'hanno caratterizzata: "come abbiamo declinato la parola umanità nella nostra esperienza?". Così si potrebbe realizzare un Glossario della Carta dell'Umanità condiviso.
Sempre a proposito del Glossario, abbiamo sottolineato alcune parole che ci sembrano particolarmente importanti che potremmo cercare di condividere nel loro significato: umanità, comunità, diritto, complementarietà, corresponsabilità, povertà, relazione con il vivente, diversità.
E' confermata la possibilità di organizzare un incontro di approfondimento a Sezano con Gregorio Monasta sulla Dichiarazione dei Diritti Umani a settant'anni dalla sua emanazione
sabato 5 maggio 2018 ore 15-17
Il mattino, invece, ci incontreremo dalle 9.30 alle 13 per proseguire nel lavoro di scrittura della Carta.
Premessa di Paolo Cacciari
Gruppo di Sezano del progetto di
scrittura condivisa di una Carta dell’umanità e della vita
SCHIZZO (bozza martire) di Premessa
CARTA DEL CAMMINO UMANO (proposta
di titolo provvisorio)
Presentazione.
Partiamo da noi, dai motivi che ci
muovono, dai nostri desideri, dalle nostre speranze.
Chi siamo? Siamo piccoli gruppi
di donne e di uomini di diverse età, estrazioni sociali e culture
che vivono in luoghi diversi dei quattro Continenti della Terra.
Siamo accumunati da una grande preoccupazione per le sorti nostre,
dei nostri figli, dell’intera umanità e dello stesso mondo vivente
(biosfera).
A chi ci rivolgiamo? Ai
nostri simili, a partire da chi ci è più vicino (familiari,
colleghe e colleghi di lavoro, compagne e compagni di studio, amiche
e amici), fino ad arrivare a tutti coloro che ricoprono varie
responsabilità in tutti gli ambiti, pubblici e privati, scientifici,
economici e politici, a tutte le scale.
Cosa vogliamo? Desideriamo
che vengano individuate le cause profonde dei mali che attanagliano
l’umanità e che vengano trovate delle soluzioni appropriate,
tempestive e condivise.
Come pensiamo di agire?
Attraverso l’impegno diretto di ciascuna e ciascuno di noi per
far emergere nuovi sistemi di relazioni personali più consapevoli,
più responsabili, più solidali, più ricche di umanità. A partire
dalle esperienze concrete positive di vita vissuta.
Quali sono i nostri riferimenti
culturali? Non partiamo da zero! L’umanità è stata in grado
di elaborare pensieri elevati e di stabilire principi etici e morali
all’altezza di ogni nostro problema. Pensiamo alla Carta dei
diritti dell’uomo dell’Onu del 1948 (e delle molte convezioni
successive, a partire dalla Carta di Pechino delle donne), così come
a molte delle Costituzioni degli stati nazionali europei scritte dopo
le immani tragedie delle due guerre mondiali. Prendiamo come punti
di riferimento anche la Carta della Terra (2007), l’enciclica
Laudato Si’ di papa Bergoglio (2015), il Manifesto Terra
Viva di Navdanya International (2015), il Manifesto
convivialista e molti altri documenti, dichiarazioni, manifesti
che indicano quale dovrebbe essere lo scopo delle attività umane:
prendersi cura di ogni forma di vita sulla Terra.
Premessa
Una nuova narrazione del mondo è
possibile
Ciascuno di noi – pur nella sua
individualità e diversità di condizioni e di contesti – vive
comunque immerso in un mondo sempre più pervaso da mirabolanti
strumenti tecnologici che moltiplicano la produttività sociale, la
circolazione di beni e servizi, le aspettative di benessere. Al tempo
stesso, però, assistiamo alla crescita delle disparità nell’accesso
alle risorse naturali e alla conoscenza, all’aumento di odiose
diseguaglianze sociali, allo stress ambientale e ad una generale
sensazione di insicurezza e incertezza del futuro. La ripresa della
corsa al riarmo (di tutti i tipi: degli apparati militari, delle
polizie ed anche dei privati) è il segnale più allarmante della
violenza strutturale permanente su cui poggiano i poteri costituiti
in questo nostro mondo. Ma molti altri sono i sintomi di una
crescente sofferenza umana: il permanere della miseria; l’aumento
esponenziale dei disturbi comportamentali e mentali e la loro
farmacolizzazione; l’aumento delle solitudini (disgregazione dei
legami familiari e aumento delle “famiglie” mononucleari); il
dilagare della corruzione e della mercificazione di ogni tipo di
rapporto interpersonale.
In generale, siamo preoccupati perché
abbiamo la sensazione che stiano crescendo alla base della società
umana sentimenti e comportamenti egoistici, astiosi, finanche
malevoli nei confronti dell’altro da noi, del diverso, dello
sconosciuto, del più debole. Siamo altresì preoccupati della
perdita di memoria delle tragedie di cui è costellata la storia
umana provocate da elite irresponsabili.
Per riuscire a risalire al più presto
la china della decadenza culturale e sociopolitica è necessario che
l’umanità riprenda un cammino verso una nuova visione del mondo
più positiva, desiderabile e armoniosa. I principi cardine di questa
visione sono il riconoscimento delle esigenze vitali incomprimibili
di ogni essere umano (il diritto alla vita dignitosa); la
compresenza, la complementarietà e l’interdipendenza di ogni forma
di vita sul pianeta (superare la dicotomia uomo/natura);
l’interazione corresponsabile, solidale e mutuale di ogni azione
umana(la democrazia planetaria).
Non si tratta di utopie astratte, di
sogni inconsci, ma di bisogni e desideri concretissimi che sono
indissolubilmente radicati dentro la coscienza di ciascun essere
umano e che vanno finalmente liberati e fatti valere nell’agorà
delle città, nelle discussioni pubbliche, nei luoghi della politica.
Parte Prima. Il tempo
dell’ecocene (dall’ antropocene all’ecocene)
Parte seconda. L’
“audacia” istituzionale (l’autogoverno, la a democratizzazione
della democrazia)
Parte terza. I
processi costituenti (ripartire dalle esperienze personali)
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