Rapporto
Conclusivo
Bruxelles
– Sezano 15 gen 2019
Buongiorno
e benvenuti.
Siamo
stati circa 200, donne e uomini d’Africa, d’America latina,
d’Asia, e dell’Europa ad incontrarci dal 13 dicembre sera al
pomeriggio del 16 dicembre del 2018 a Sezano (Verona) nel mitico
Monastero del Bene Comune. La meteo è stata particolarmente propizia
perché ci ha regalato splendide giornate di sole.
Ci
siamo chiamati l’Agorà
degli Abitanti della Terra
perché crediamo che dobbiamo pensare ed agire insieme in quanto
Abitanti della Terra - e non solo come cittadini italiani o
brasiliani, cinesi o russi, indiani o nigeriani - per modificare il
divenire della vita della Terra e farlo uscire dallo stato critico in
cui tutti noi l’abbiamo ridotto, dopo più di un secolo di
sfruttamento economico predatore e di guerre devastatrici.
Ci
siamo incontrati perseguendo obiettivi pratici differenti convinti
che la pluralità dei cammini è la condizione indispensabile per
consentire all’Umanità di diventare un soggetto giuridico e
politico-istituzionale pubblico chiave per un vivere insieme pacifico
e giusto fra tutti gli Abitanti della Terra, e per la salvaguardia e
cura della comunità globale di vita della Terra. Pensiamo di
interpretare il sentimento profondo di tutti i gruppi, le
associazioni e i movimenti che credono che il divenire della vita
sarà promettente nella misura in cui saremo capaci di riconoscerci
mutualmente, di avere la voglia di vivere con l’altro ed insieme
co-operare per il bene essere di tutti.
Sono
stati tre giorni belli e appassionati d’incontri, idee, dibattiti,
momenti musicali, canzoni, e proposte, pur nella coscienza del fatto
che le inuguaglianze fra le persone, le comunità umane, i popoli,
restano strutturalmente gravi, inaccettabili. Ciò, al di là di un
certo miglioramento generale delle condizioni di vita della
popolazione mondiale (aumento medio della speranza di vita).
La
forza dell’incontro
è stata la convinzione che né l’inuguaglianza e le sue due
conseguenze principali, la guerra e l’impoverimento/esclusione, da
un lato, né la distruzione della vita della Terra, dall’altro,
sono fenomeni « naturali », inevitabili. E’ possibile
invertire la rotta a condizione di avere l’audacia di realizzare i
necessari cambiamenti radicali. Credere che si possa « cambiare »
senza cambiare i principi fondatori sia dei sistema economico
dominante accaparratore e predatore della vita che del sistema
politico guerriero centrato sulla sovranità delle oligarchie
nazionali, è pura illusione. I fatti confermano che non si è mai
salvata la pace con le guerre né, negli ultimi anni, la vita e
l’economia del Pianeta salvando le banche a forza di decine di
trilioni di euro prelevati a scapito dei meno abbienti. Come era
nostra intenzione, abbiamo insieme elaborato ed approvato la Carta
degli Abitanti della Terra per un Patto dell’Umanità.
Essa mostra che
l’audacia dei cambiamenti è un atto di grande saggezza comune
umana e politica. Il divenire della vita, oggi a forte rischio
esistenziale, sarà salvaguardato dallo spirito di creatività
utopica e di comunanza, nella pluralità di visioni ed intendimenti,
e di responsabilità collettiva, nella fraternità planetaria.
E’
in questo spirito che che abbiamo diviso in due parti la restituzione
dei risultati dell’Agorà :
-
La Carta degli Abitanti della Terra, in quanto espressione della creatività utopica nella pluralità dell’abitare,
Premessa
L’Agorà
ha avuto tre fasi.
Quella
preparatoria nel corso della quale si sono costituiti ed hanno
lavorato 13 gruppi in Argentina, Belgio, Brasile, Cile, Francia,
Germania, Italia, Québec ….
Quella
dell’Agorà stessa, della durata di tre giorni, a partire da
momenti di festa, seguiti dalla presentazione e discussione dei
rapporti redatti dai 13 gruppi di lavoro, più i contributi dei
Comuni sulla Carta d’Identità « Abitante della Terra »
ed altri apporti in sedute parallele o plenarie, fra le quali una
speciale dedicata all’acqua.
L’ultima,
quella della redazione collettiva via e-mail del presente documento.
I
documenti sotto citati
fanno parte del « patrimonio scritto e audiovisivo
dell’Agorà ». L’insieme è disponibile sul sito
dell’Agorà :
http://audacia-umanita.blogspot.com
-
Il programma dell’Agorà
-
Il video -immagini di POUR (B) con sottofondo musicale (canzone di Léon Cieco, En el pais de la libertad)
-
Il messaggio di Mikhaïl Gorbaciov ai partecipanti all’Agorà
-
I rapporti dei 13 gruppi di lavoro pre-Agorà (nella lingua originale e, per molti di essi, anche nelle altre lingue di lavoro dell’Agorà)
-
Il resoconto della sessione plenaria di presentazione dei 13 rapporti redatto dal presidente della sessione (in italiano, francese, spagnolo ed inglese)
-
La nota sull’iniziativa CIM-Abitante della Terra (e copia delle delibere dei Comuni aderenti all’iniziativa pre-Agorà)
-
Il CD contenente le interpretazioni musicali di Maria Palatine. Copia dei testi letti da Bernard Tirtiaux
-
La descrizione di Jai Jagat 2020, di Stop Arms Trade, delle due proposte di « Democracy without Borders »
-
La copia delle foto dell’esposizione di Chiara Sibona su « Spalle e mani », sul lavoro femminile
-
L’Appel aux consciences promosso da « Dialogues en Humanité » al quale l’Agorà ha aderito.
PS
L’insieme dei lavori in plenaria dell’Agora è stato
video-registrato ed è disponibile su richiesta, mediamente un
piccolo contributo.
-
La Carta degli Abitanti della Terra
Immaginari,
visioni e coscienze
-
La vita, la terra, gli abitanti
1 In quanto esseri viventi
(specie umana, microbica, vegetale, animale)
siamo tutti « Abitanti
della Terra ».
La Terra è il nostro « luogo di vita » (oikos),
la nostra casa comune. La Terra è l’insieme infinitamente
variegato dei luoghi dove gli esseri umani e gli altri esseri viventi
hanno l’abitudine
di stare/vivere, si
tratti di campagna o di montagna, di foreste tropicali o di zone
desertiche, di zone marine o lacustri, di città o di grandi
metropoli. Nessun essere umano, nessuna organizzazione umana ne è
proprietario/a.
2 L’abitudine
di stare/vivere in
uno o più luoghi della Terra significa che una delle principali
caretteristiche degli Abitanti della Terra è quella di avere dovuto
imparare e dover continuare ad imparare a abituarsi
a stare /vivere insieme, non
solo nei luoghi vissuti di prima vicinanza e diretta prossimità e
storia ( « a casa mia ») ma anche nei luoghi lontani e
astratti della comunità di vita planetaria (« la grande casa
di tutti i miliardi di persone sconosciute e differenti che mai
conoscerò »).
3 Specie negli ultimi due
secoli e mezzo, la Terra è diventata la casa dove abitano per lunghi
o brevi periodi di vita donne e uomini provenienti da tutte le parti
della Terra, dando vita a « Comunità
di Abitanti della Terra » pluriculturali, multilingue,
plurireligiose,
multietniche
la cui vitalità e bellezza stanno proprio nella pluralità, nel
miscuglio, negli intrecci.
4 Gli esseri umani abitano la
Terra ma non sono né i primi né i soli Abitanti della Terra. Tutti
gli esseri viventi fanno parte della vita della Terra.
Come tutte le specie viventi, gli esseri umani sono il risultato
dell’evoluzione della vita della Terra. La vita è nata circa 3,7
miliardi di anni fa. Per 800 milioni, la Terra è stata un pianeta
« inabitato », senza vita. La vita è apparsa prima sotto
forme microbiche, poi vegetali e poi ancora animali, nell’acqua.
Dopo centinaia di milioni di anni, la vita si è diffusa anche fuori
dall’acqua, sulla terra ferma. La specie umana è fra le specie
viventi più recenti. Noi esseri umani l’abitiamo, si stima, da
soli 220 mila anni. Poco tempo fa si parlava addirittura di soli
25.000 anni.
5 Nessuna
specie vivente, siano esse le balene, le foreste primarie, la specie
o parte della specie umana, può
essere esclusa dall’abitare la Terra, dal viverci in un buono stato
esistenziale, ecologico.
Questo è il
vero
senso
profondo storico delle lotte contro le azioni che sono all’origine
dell’estinzione di specie viventi (caso emblematico delle api).
Pertanto, non v’è nessun potere « naturale » o
« acquisito » che possa legittimamente vietare
a un essere umano o a
una comunità umana dall’abitare la terra in dignità e uguaglianza
nei diritti, e responsabilmente. Per questo, l’escludere,
il segregare,
il mettere
in pericolo di vita gruppi, categorie o comunità umane devono
essere trattati
come atti
criminali
da condannare
senza compromessi.
In
questi ultimi anni la criminalità legalizzata permessa da
disposizioni legislative e da misure governative – amministrative è
aumentata considerevolmente, specie nel campo finanziario,
nell’utilizzazione delle risorse naturali e degli eco-sistemi, e
riguardo le popolazioni di migranti.
6 Oggi,
l’essere umano è
doppiamente espropriato della sua umanità.
Primo, in quanto
cittadino, perché
lo Stato (in generale, detto « nazionale ») ha fatto del
cittadino una sua proprietà patrimoniale esclusiva. Si è
« cittadino » solo se uno Stato vi aggiunge un attributo
di stampo « nazionale » : italiano, tedesco, russo,
americano, etiopico, cinese. Senza tale attributo, nessuno è
considerato un vero cittadino titolare di diritti e di doveri (vedi
il caso delle « genti di viaggio » e dei « migranti »
in cerca di un nuovo luogo di vita). Secondo, in
quanto persona,
perché il sistema economico dominante considera ogni essere umano
una « risorsa » per l’economia il cui valore è
determinato in funzione al suo contributo alla creazione di plus
valore per il capitale investito o di rendita. Un essere umano che
non è cittadino di proprietà di uno Stato e non è una risorsa
redditizia sul piano economico-finanziario per il capitale, riunisce
le condizioni più efficaci per essere/divenire un escluso dalla
vita. Liberare la vita degli esseri umani dalle ganasce di questa
tenaglia costituisce uno dei primi passi urgenti da compiere sul
cammino della costruzione dell’Umanità.
7 Né
l’essere umano né le formiche , né
i batteri hanno bisogno per esistere e vivere di essere
« riconosciuti » dalle altre specie viventi. Per vivere
insieme, v’è invece bisogno di definire le relazioni e fissare
delle regole. La
storia della vita della Terra è una continua ricerca e
concretizzazione di forme relazionali di co-esistenza e con-vivenza
sempre meno violenti e escludenti, come testimonia l’evoluzione del
pensiero giuridico e delle pratiche giurisprudenziali da parte delle
società umane, passate da una visione strettamente antropocentrica
ad una visione holistica biocentrica includente la totalità degli
esseri viventi (mondo dei geni, mondo vegetale, mondo animale, mondo
umano…). Da qui l’importanza dello sviluppo dei diritti degl
animali, delle piante, della « natura », il
riconoscimento recente (a partire dal 2017) della personalità
giuridica a cinque fiumi…
"Nel suo messaggio ai partecipantiall'Agorà, Mikhaïl Gorbaciov,
ultimo presidente dell'URSS e Premio Nobel per la Pace, ha scritto " mi ha fatto enorme piacere venire a conoscenza della vostra iniziativa, senza precedenti, di convocare l’Agorà degli abitanti della Terra.(...).
Invece di cercare i modi per trovare soluzioni comuni ai problemi, ridurre le tensioni e i contrasti sociali, i leaders politici così come le élites economiche e le lobbies industriali militari aggravano la crisi planetaria con azioni irresponsabil(...).
La vostra stimolante iniziativa.… potrebbe costituire un passo favorevole alla realizzazione, da parte di tutti gli esseri umani, della loro appartenenza alla comunità globale responsabile del mantenimento della vita sulla Terra."
-
Contrasti, ineguaglianze, lotte, ricerca di identità e di sicurezza
8 Da
quasi cinquanta anni, la rapida globalizzazione dell’economia
dominante (capitalista di mercato e finanziaria) ed i concomitanti
profondi cambiamenti « rivoluzionari» sul piano scientifico e
tecnologico, hanno scompaginato e stravolto gli immaginari del mondo
e della vita. I nuovi riferimenti di base imposti dai gruppi sociali
dominanti hanno modificato la « maniera di vedere il mondo » :
tutto o quasi è stato mercificato, privatizzato, compresa ogni forma
di vita. La moneta non è più pubblica. I mercati finanziari hanno
il potere politico reale non i governi e tanto meno i parlamenti
eletti. L’avvenire è deciso dai « padroni » delle
tecnologie informatiche e bio-genetiche. Il mondo è nelle reti,
nella realtà virtuale, nelle città globali. Tutti sono in
convulsione informatica ed in « transizione » ecologica,
in lotta per la sopravvivenza e per la potenza. La violenza è sempre
più diffusa, capillare, universale. Le contraddizioni e le
esclusioni reciproche si moltiplicano: nessuno vuole essere tagliato
fuori dalla pop-globalizzazione
ma i più abbienti
predicano l’innovazione di qualità locale, le soluzioni locali, la
ricerca della difesa delle identità locali, tradizionali e nuove,
« nazionali. » Tutti vogliono navigare sulla cresta
dell’onda ed ammirano l’esplosione della ricchezza del
Qatar/Dubai e della potenza della Cina (nuovo concorrente/nemico
degli Stati Uniti,) ma non sono rassicurati, hanno paura del futuro,
cercano di salvaguardare la loro « casa », la
sicurezza del loro luogo, della loro comunità. C‘è chi chiude le
frontiere, alza muri giganteschi, impedisce ai migranti l’accesso
ai porti ma crea nuovi km² di aree per accogliere i containers del
mondo, e chi grida al primato dei bianchi e giura sulla verità dei
suoi dei.
C’è
pero’ anche, dall’altro
lato, chi è sempre in
marcia per la pace e per la giustizia, in tutti i continenti. Ci sono
le donne, in particolare indiane, latino-americane,
palestinesi-israeliane, in lotta contro tutte le forme di violenza,
milioni di giovani minorenni protestano contro le armi, i contadini
asiatici, africani e latinoamericani si battono per una
trasformazione radicale dei rapporti con la Terra. Milioni di
cittadini manifestano nelle piazze la loro opposizione alla
distruzione della vita del Pianeta e si rivoltano contro la violenza
cieca della finanza mondiale predatrice. I « lavoratori
poveri » denunciano con forza le nuove forme di schiavitù cui
sono condannati.
L’Agorà
degli Abitanti della Terra ha chiaramente scelto il suo campo :
siamo dalla parte dell’altro lato.
9 E
c’è sempre
di più
diffuso il
sentimento d’inaccettabilità, di rifiuto, delle forme più
comprensive, inglobanti, dell’inuguaglianza che, al di là delle
inuguaglianze di reddito, dividono e frantumano gli esseri umani,
l’umanità, sotto tutti gli aspetti, in particolare rispetto alla
dignità, ai diritti, alla responsabilità, alla libertà, alla
democrazia. Ciò
avviene anche perchè
gli esseri umani hanno
preso coscienza delle nuove specificità della condizione umana nel
quadro delle recenti evoluzioni della vita della Terra e del loro
ruolo fondamentale nel divenire della vita.
-
Le tre coscienze e nuovi visioni costituenti
10
Superamento
dell’antropocentrismo.
Solo da pochi secoli, e a partire dall’Occidente, gli esseri umani
hanno pensato di costituire non solo una specie vivente ben distinta
e diversa da tutte le altre specie viventi ma anche di rappresentare
una specie superiore alla cui esistenza e benessere tutte le altre
specie sono sottomesse e funzionali. Da qui, la separazione,
opposizione netta tra « l’essere umano » (l’uomo) e
la « natura ». Oggi, la distinzione tra la specie umana
(l’umanità) e le altre specie viventi resta ma abbiamo acquisito
la coscienza di far
parte integrante dell’insieme della vita della Terra e della sua
evoluzione. Esseri umani, facciamo parte della « natura »,
siamo « natura »,
condividendo in particolare con gli animali una parte rilevante del
nostro patrimonio genetico. Insieme alle altre specie viventi
costituiamo la comunità
globale della vita della Terra,
siamo « Abitanti della Terra ». La comunità
globale della vita della Terra è
una concezione innovatrice a tutti i livelli. Concretamente, sul
piano organizzativo del vivere insieme, ci conduce ad entrare in una
prospettiva storica dell’istituzionalizzazione giuridico- politica
della « comunità globale della vita ». Quando si parla
di « proteggere » o « salvare » la vita della
terra, si parla della vita e dei luoghi di vita di tutti gli Abitanti
della terra, di una nuova Arca mondiale. Pertanto
se l’economia è l’insieme delle « regole della casa »
è evidente che l’attuale economia mondiale deve essere modificata
alle radici perchè essa non è altro che un insieme di regole
fondate sull’inuguaglianza, l’ingiustizia, la competitività, la
guerra, l’esclusione.
11 L’era
dell’antropocene.
E’ per noi evidente che dalla fine del XIX° la vita della terra è
entrata nell’era detta « antropocene » cioè
in una era dove il divenire della vita è sempre di più influenzato
dalle attività umane. Abbiamo capito, in particolare, specie a
seguito della concezione e dell’uso della bomba atomica e della
non-sostenibilità dei nostri modi di vita predatori, che l’umanità
è la sola specie vivente capace di sconvolgere e provocare la
distruzione della vita della terra nella sua integrità e totalità.
Una evidenza che ha messo in causa le nostre concezioni e pratiche
collettive del progresso, dello sviluppo, del benessere, della
ricchezza, dell’economia dominante, della guerra, delle
inuguaglianze, e che per queste stesse ragioni sta provocando il
rigetto e l’opposizione violenta al cambiamento da parte dei poteri
e degli interessi costituiti rappresentati dalle ristrette oligarchie
« locali » mondiali.
12 L’imperativo
della sicurezza e della responsabilità planetaria.
Capace di sconvolgere e provocare la distruzione della vita della
Terra, l’Umanità
è altresi diventata, per conseguenza, cosciente del fatto di essere
la sola specie vivente capace di assicurarne la salvaguardia, la cura
e la perennità e, quindi, di assumerne il compito in quanto soggetto
primario responsabile a livello planetario. Se
in passato, solo i poeti, gli artisti, i filosofi,
i visionari (al maschile ed al femminile), hanno potuto parlare di
responsabilità umana, responsabilità universale, etica globale,
etica planetaria, oggi tutti e ciascuno degli Abitanti umani della
Terra possono/debbono farlo. Non solo parlarne, ma soprattutto
agire per costruire la capacità effettiva dell’Umanità di operare
per costruire un altro divenire della vita della Terra nel nome di
tutti gli Abitanti della Terra (cioè
ad opera di, per, con tutti gli Abitanti della Terra).
13
In una prospettiva di lungo termine, quanto sopra è
strettamente legato all’educazione, da non identificare, come
succede per lo più oggi, con la formazione ai saperi ed alle
competenze. Un’educazione, non solo dei bambini e giovani, ma anche
degli adutli alla coscienza ed al pensiero critico che mira a far
uscire (ex-ducere)
la creatività individuale e collettiva in uno spirito tendente alla
condivisione, come insegna la filosofia ubuntu, e non alla
supremazia ed all’aristocrazia (il potere dei migliori rispetto ai
valori dei dominanti), come insegnano le «business and management
schools». Un’educazione, quindi, che non ha come luogo unico di
vita gli edifici scolastici ma che si realizza anche nelle strade, a
casa, nelle fabbriche, negli ospedali, nelle banche. Nei gruppi di
lavoro, in particolare nei primi quattro, come nel corso
dell’Agorà, il sistema educativo predominante nel mondo è stato
criticato perché resta, malgrado i cambiamenti intervenuti, uno
strumeto di (ri)produzione e di mantenimento delle inugualianze,
perchè
legittima la guerra e la proprietà privata, esalta la competizione
ed il successo individuale, valorizza principalmente l’utilità
delle cose pur usando un linguaggio apparentemente opposto. Gli
Abitanti della Terra hanno il dovere di promuovere, oltreché il
diritto di «accesso» a, un’educazione pubblica, e sempre meno
privatizzata. La privatizzazione delle Università, in particolare, è
nefasta per le nuove generazioni formate a credere che la conoscenza
sia soprattutto un bene economico , una merce, un mezzo di
sopravvivere al posto degli altri. I bambini/le bambine dell’umanità
in formazione non devono essere destinati a riprodurre gli adulti di
oggi ma diventare i nuovi abitanti della Terra capaci di essere i
protettori e curatori della vita della Terra.
B. Verso un Patto
dell’Umanità
Principi
fondatori e processi costituenti
A
Sezano si è vissuto in un’atmosfera di « assemblea
costituente ». Non si è trattato solo di « non
arrendersi » di fronte alle devastazioni in corso né,
all’opposto, di lasciarsi andare al buonismo mistificatore del
« siamo positivi ». Abbiamo lavorato con l’intenzione
di definire gli obiettivi, i mezzi e le modalità di azione precisi,
concreti anche se di non facile e rapida realizzazione, di natura
« costituente », a lungo termine. In breve, a concepire
il disegno laboratorio di ciò che potrebbe/dovrebbe diventare « Un
Patto dell’Umanità », un nuovo contratto sociale mondiale.
Per
noi, la posta in gioco è stata : come
contribuire a configurare e mettere in movimento i processi capaci di
permettere all’Umanità di diventare nel corso dei prossimi
anni/decenni il soggetto giuridico e politico-istituzionale solo
capace, comme abbiamo visto in precedenza, di assumere il compito di
assicurare la salvaguardia, la cura e la perennità della vita della
Terra su scala planetaria nel nome di, per e con tutti gli Abitanti
della Terra?
Vi
abbiamo risposto dando il via ad « una costituente permanente
», l’Agorà degli Abitanti della Terra, un movimento di luoghi e
momenti in formazione senza recinti nè muri, ma di « tende »
metaforiche e reali, aperte.
Abbiamo
articolato quanto emerso dai lavori dell’Agorà attorno a quattro
gruppi di principi fondatori e di percorsi costituenti (PPC):
PPC 1. Per un divenire
della vita della Terra fondato sulla sacralità e la gratuità
della vita e la responsabilità dell’umanità
PPC2. Sradicare i fattori
strutturali generatori dell’inuguaglianza per cui
l’impoverimento/esclusione costituisce il maggiore furto della
vita
PPC3. Rimpiazzare le
logiche di guerra con le logiche della sicurezza collettiva e del
potere diffuso tra tutti gli Abitanti della Terra (direttamente fra
gli umani e via la rappresentanza tramite l’Umanità)
PPC 4. Primi strumenti
operativi al servizio della messa in movimento della concezione e
realizzazione del Patto dell’Umanità.
PPC 1. Per un divenire
della vita della Terra fondato sulla sacralità e la gratuità della
vita e la responsabilità dell’umanità
Forte,
presente ed unanime è stato il riferimento alla sacralità
della vita contro i
processi generalizzati e diffusi in tutte le parti della Terra della
mercificazione e mercantilizzazione di ogni forma di vita, culminati
nel 2012 al Terzo Vertice Mondiale della Terra a Rio de Janeiro nel
riconoscimento, da parte delle elites della « comunità
internazionale » espressa dall’ONU, della necessità ed
importanza della « monetizzazione della natura »
(« nature
pricing »,
« nature
banking »).
La vita ha un valore in sé e per sé che non può
né deve essere misurato in termini monetari. Il dominio attuale
dell’avere sull’essere è inaccettabile. Nel suo contesto, non
v’é posto per nessuna spiritualità
effettiva integrale dello spirito e del corpo umano, principio
discusso e
proclamato nel corso dell’Agorà anche come fondamento
inevitabile per l’eliminazione delle inuguaglianze di genere.
Quest’ultime
hanno fatto l’oggetto d’interventi di grande valore sociale e
politico, oltreché umano e morale. Il distacco tra le parole e le
realtà resta inaccettabile. E’ necessario liberarsi dalla
soggezione e dalla schiavitù
al corpo usato dagli uomini e dalle donne come mezzo di lotta/dominio
tra i due sessi ed in seno allo stesso sesso. Lungi dall’indebolirsi
la mercificazione della donna tende ad accentuarsi e così
la violenza tra i generi. I primatisti maschi bianchi sono i
principali attori che operano contro l’umanità, ma gli
indifferenti non sono da meno. La soluzione non passa principalmente
dall’eliminazione degli ostacoli, che sono molti, alle « parità
d’accesso ». Ma, attraverso un mutamento radicale della
visione umana delle donne che gli uomini hanno imposto alle donne e a
loro stessi. Bisogna
agire prioritariamente non in favore delle « differenze reali
nell’uguaglianza di principio » ma « per l’uguaglianza
reale rispettando
le differenze di
principio ».
Strettamente
legato alla sacralità della vita, da non confondere necessariamente
con le visioni religiose della vita, è il principio della gratuità
della vita. A
Sezano è stato affermato che la gratuità non significa assenza di
« costi » monetari e non monetari per i beni e servizi
pubblici essenziali per la vita garantiti a tutti in quanto diritti.
Significa che, nell’attesa delle necessarie trasformazioni verso la
de-monetizzazione e la de-mercantilizzazione, la presa a carico di
detti costi è assicurata dalla collettività via la fiscalità
nell’ambito del bilancio pubblico. I costi dei diritti fanno parte
della res publica
e della responsabilità collettiva.
I
lavori dell’Agorà sono stati inoltre ispirati da due altri
principi. Il principio di Ubuntu,
di origine africana, e quello ben noto nel mondo di Buen
vivir, di matrice
andina e indigena « latinoamericana ». Entrambi hanno
una valenza fondamentale a tendenza universalista.
Ubuntu definisce
l’essere umano e sta per « io
sono quel che ci siamo fatti »
ed afferma con forza il carattere naturalmente e storicamente
collettivo, relazionale e interdipendente dell’essere umano.
L’accezione di
Buen vivir
è più variegata a seconda dei popoli indigeni. Essa si fonda su una
relazione armoniosa tra l’essere umano e la natura, su una comunità
mutualista, di responsabilità condivise, di produzione collettiva e
ricchezza comune, d’inclusione sociale e di partecipazione..
Alla luce e in sintonia con
detti principi, sosteniamo l’urgenza della de-monetizzazione
e de-mercantilizzazione, per cominciare, dei beni comuni mondiali
pubblici essenziali per la vita quali l’acqua, le sementi e la
conoscenza. Lasciare
al mercato, in particolare ai mercati finanziari, il potere di
decisione su detti beni è stato uno dei più gravi errori collettivi
degli ultimi decenni.
In
questa prospettiva, diventa perentoria
e pregiudiziale la costruzione dell’Umanità in quanto attore
chiave del divenire della vita nel nome di tutti gli Abitanti della
Terra, il cui compito,
secondo l’insieme
dei lavori su « Quale umanità ? » « A cosa
pensano i cittadini quando parlano di umanità? », « Quali sono le
parole chiave per parlare di umanità ? », è per
l’appunto
fare del vivere insieme pacifico e giusto il principio guida del
divenire della vita, in
sostituzione dell’imperativo della competitività tecno-economica
per la potenza e la propria sopravvivenza.
A tal fine, in linea anche con
la Global
Charter for Social Protection Rights,
adottata in ottobre 2018 a Gent (Belgio), proponiamo la
messa in piedi di un sistema di giustizia sociale mondiale fondato su
reti « locali » pubbliche di protezione sociale
obbligatoria » interconnesse su scala planetaria sotto
l’autorità condivisa del Consiglio Mondiale della Sicurezza
Monetaria (vedi
a quest’ultimo proposito PPC2)
Per
completare questo primo gruppo di PPC, occorre infine, compiere un
grande passo simbolico, di alto valore politico e sociale, cioè :
l’attribuzione da parte dei Comuni (Collettività locali) della
Carta d’Identità « Abitante della Terra » a tutti i
loro abitanti ( su richiesta). L’Agorà
ha insistito con forza sul fatto che ancor prima di essere cittadini
norvegesi o peruviani, egiziani o vietnamiti, ungheresi o
messicani….. tutti gli esseri umani sono Abitanti della Terra in
uguale dignità e responsabilità rispetto alla vita della Terra. Di
fronte all’esprorio dell’umanità di noi esseri umani operato
dall’appropriazione patrimoniale della nostra persona da parte
dello Stato nazionale e da quella produttiva da parte del sistema
economico capitalista sempre più tecnologizzato, il concetto di
Abitante della Terra permette, oggi, di re-inventare
il divenire della vita della Terra su basi più vaste ed integranti
al di là degli spezzettamenti e steccati di vecchia memoria verso
cui molti esponenti delle « nuove » generazioni di
adulti vuole farci ritornare. Da qui, l’idea innovativa di una
Carta d’Identità « Abitante della Terra»
senza valore giuridico immediato ma di elevato valore simbolico,
culturale e politico.
Già
10 grandi
e piccoli comuni dell’ Argentina (San Lorenzo), della
Catalonia/Spagna (Palau Saverdera), dell’Italia (Fumane, Canegrate,
Fugarolo Rocca, Sommacampagna, Riace, l’Ottavo Municipio di Roma),
del Portogallo (Lisbona) e della Tunisia (La Marsa), hanno dato
l’adesione all’iniziativa con delibere comunali. Alcuni
rappresentanti dei Comuni erano presenti (Canegrate, 0ttavo Municipio
di Roma).
Un’eccellente
notizia in merito : il sindaco di Lisbona non solo ha dato
l’adesione della sua città all’iniziativa ma si è dichiarato
disposto ad accogliere a Lisbona uno dei prossimi eventi dell’Agorà
degli Abitanti della Terra.
PPC 2. Sradicare i
fattori strutturali generatori dell’inuguaglianza di cui
l’impoverimento/esclusione costituisce il maggiore furto della
vita
Il
secondo campo di azione prioritario riguarda l’inuguaglianza ed in
particolare le tesi largamente diffuse nel mondo intero - e le
pratiche sociali ad esse legate - sulla sua « naturalità »
e, quindi, supposta « inevitabilità ». L’inuguaglianza
è soprattutto un prodotto sociale delle società ingiuste. Pertanto,
si possono modificarne ed eliminarne i fattori strutturali. Fra
questi, certamente fra i più importanti e determinant ai tempi
nostri, v’ è il cosiddetto diritto
di proprietà
intellettuale privata sul vivente legalizzato negli Stati Uniti nel
1980. La brevettabilità privata del vivente deve essere abolita,
così
come va
abolita la brevettabilità privata degli algoritmi e
dell’intelligenza artificiale in generale.
In assenza di tale abolizione, sull’indispensabilità della quale i
partecipanti all’Agorà si sono espressi a parecchie riprese con
convinzione e fermezza, sarà impossibile lottare contro i processi
generatori dell’inuguaglianza rispetto ai diritti e
dell’ingiustizia sociale conseguenti alla mercificazione,
mercantilizzazione, privatizzazione e finanziarizzazione della vita.
E’ inoltre evidente che nessun progresso significativo sarà
realizzato sul piano dello « sviluppo sostenibile » e
della lotta contro le cause del riscaldamento medio dell’atmosfera
terrestre se il diritto di brevettabilità privata sul vivente è
mantenuto.
Logicamente, in concomitanza
all’abolizione della brevettabilità privata del vivente e dell’
intelligenza artificiale, l’Agorà ha adottato la proposta relativa
alla Creazione
del Consiglio di Sicurezza dei Beni Comuni Mondiali Pubblici
(partendo dall’acqua, le sementi, la conoscenza). Questo
Consiglio è di grande importanza.
Le 24 COP
(« Conference
of Parties »)
organizzate dall’ONU ogni anno a partire dal 1993 sui cambiamenti
climatici, non hanno permesso di realizzare alcun progresso
significativo sostanziale se si guarda agli enormi mezzi umani e
finanziari mobilitati a tal fine dai « responsabili mondiali ».
Perchè ?
Soprattutto a causa
del principio di
sovranità nazionale sulle risorse naturali e
del principio annesso, cioé l’obbligo per ogni Stato di assicurare
e promuovere anzitutto la sicurezza nazionale
(energetica, alimentare, idrica, mineraria…). Cosi, non vi è
nessun piano mondiale, con cifre definite ed approvate da parte di
tutti gli Stati, riguardo gli impegni da rispettare da parte dgli
Stati. Ciascuno Stato è libero di fissare, in piena sovranità, i
suoi impegni supposti contribuire a mantenere al disotto di 2 gradi
l’aumento medio della temperatura terrestre. Inoltre, la stragrande
maggioranza degli Stati ha abbandonato la sua sovranità sulle
risorse naturali avendone venduto la proprietà e/o trasferito la
gestione ed il controllo alle imprese private, specie multinazionali
quotate in Borsa, per cui il reale potere politico sulle risorse è,
in finale, in mano ai mercati finanziari mondiali. In questo
contesto, è inevitablile che « nel nome della sicurezza
nazionale », gli Stati diano la priorità all’obiettivo della
competitività dell’economia nazionale sui mercati mondiali. Da qui
le guerre continue, non solo economiche, per il controllo delle
risorse e l’abbandono di ogni preoccupazione relativa alla
sicurezza collettiva della vita della Terra.
Le
due proposte (abolizione della brevettabilità del vivente e degli
algoritmi, e creazione del Consiglio di Sicurezza dei beni comuni
mondiali pubblici) hanno una chance
di realizzazione a
condizione che siano modificate le logiche che ispirano le finalità
e il funzionamento del sistema finanziario dell’economia dominante.
Per questo, sono
state identificate e proposte le seguenti misure
finanziarie :
-
mettere
fuorilegge i paradisi fiscali (che legalizzano l’evasione), i
prodotti derivati (sanguisughe dell’economia) e le transazioni
finanziarie ad alta frequenza (che operano fuori dal tempo umano e
sociale,) e
-
creare la Banca pubblica mondiale (in sostituzione della Banca
Mondiale e del FMI), sotto l’autorità ed il controllo del
Consiglio Mondiale della Sicurezza Monetaria, capace di sostenere i
bisogni finanziari del Patto dell’Umanità senza indebitamento
usuraio.
Tendenzialmente,
l’attuale (dagli anni ’70) indebitamento generale e massiccio
privato e pubblico nei confronti dei soggetti finanziari/creditori
quasi tutti privati, rappresenta un fenomeno anormale ed illegittimo
dell’economia esistente e merita di essere profondamente corretto e
eliminato.
- L’acqua grida: via le armi, via i prodotti tossici.Appello del 15 dicembre 2018. Agorà degli Abitanti della TerraChissà per quanti miliardi di esseri umani si sarebbe potuto concretizzare il diritto universale all’acqua potabile ed all’igiene (e quindi alla salute) se negli anni 1975-2000 il mondo avesse speso per l’acqua i dieci e più trilioni di $ (un trilione è mille miliardi) che da soli gli USA hanno speso per le armi e le guerre! Eppure ancora oggi gli USA e gli altri Stati guerrafondai, ladri della vita, hanno speso (nel 2017) più di un trilione e mezzo per «armarsi e fare la guerra»! Non c’è bisogno di aggiungere altro. I gruppi sociali dominanti che fanno approvare apparentemente democraticamente le spese militari insensate (la Cina ha fatto esplodere anch’essa, dopo gli USA, la bomba non nucleare più potente mai prodotta finora), che continuano a lasciare a se stessi la libertà di produrre ed usare centinaia di sostanze tossiche particolarmente nocive ( che inquinano le acque del pianeta e contaminano il sangue delle persone e distruggono la salute della vita della Terra), sono irresponsabili, dei mercanti di morte, meritano di essere banditi dai posti di governo e di potere e processati per «crimini contro l’umanità e la vita della Terra».Altrettanto ridicolo è il comportameto degli adoratori del « technology fix » che invece di risanare le acque devastate e proteggere le acque del Pianeta non ancora distrutte qualitativamente, pensano a far soldi sulla pelle degli assetati promettendo di salvare i bisogni idrici di tutti gli Abitanti della Terra « grazie » alla tecnologia di trasformazione dell’aria in acqua.La Terra si libera dalla sete di acqua liberando il divenire della vita dal potere dei produttori e mercanti della guerra e dalla cecità arrogante dei tecnofinanziari della salvezza. Da loro non c’è nulla da sperare, se non guerre ulteriori e sempre più assetati da salvare. Tocca agli Abitanti della terra di organizzare il vivere insieme dell’Umanità in mille e nuovi modi di vita, localmente e globalmente, secondo i principi e le modalità discusse, valutate ed approvate dall’Agorà degli Abitanti della Terra. L’acqua è vita. La potenza dei pochi è negazione della vita.
PPC3. Rimpiazzare le
logiche di guerra con le logiche della sicurezza collettiva e del
potere diffuso tra tutti gli Abitanti della Terra, direttamente fra
gli esseri umani e via la rappresentanza tramite l’Umanità
Re-inventare
i beni comuni mondiali pubblici come base anche di una responsabilità
e di una politica della vita e della sicurezza collettiva planetaria;
e, a tal fine, ri-concepire un sistema finanziario al servizio della
giustizia sociale e della solidarietà globale, costituiscono due
processi chiave per la concezione e messa in atto di Un Patto
dell’Umanità.
Un
terzo processo chiave è rappresentato dalla messa
al bando della guerra.
Il quarto, dalla promozione di forme
democratiche di governo delle comunità umane « senza
frontiere »
dal locale al livello planetario.
A
questo, sono volte le proposte di cui si è molto parlato sotto la
tenda dell’Agorà, in particolare, per quanto riguarda ripudiare la
guerra (nella piena adesione ed impegno a partecipare in futuro alla
Jai Iagat 2020, la
Marcia mondiale per la pace, organizzata dal movimento indiano Ekta
Parishad) :
-ratificare
il trattato d’interdizione delle armi nucleari approvato da 122
paesi dell’ONU nel luglio 2017,
-mettere
fine al commercio delle armi e restringere a situazioni eccezionali
la legalità del porto delle armi. Il
che comporta, fra altre misure, quella di mettere fuori legge le
milizie private « a difesa » delle attività minerarie e
estrattive,(cfr.
documento
del gruppo di lavoro 6)
e,
per quanto riguarda le forme democratiche « senza frontiere » :
-
costituzione di un Parlamento planetario per iniziativa del Parlamento europeo, del Parlatino (America latina), del Parlamento Panafricano….) cui affidare la funzione di orientare nel nome e per i diritti di tutti gli abitanti della terra le azioni comuni essenziali ed urgenti di risanamento dello stato di salute della Terra. Si tratterebbe di un passo importante verso l’istituzionalizzazione dell’Umanità in quanto tale, al di là delle logiche inter-statali e inter-governative proprie al sistema onusiano ;
-
Realizzare varie iniziative di coscientizzazione, sperimentazione e istituzionalizzazione a sostegno della moltiplicazione di organismi mondiali democratici « senza frontiere » in tutti i campi del vivere insieme. Uno strumento participativo che andrebbe in questa direzione potrebbe essere una Iniziativa Mondiale degli Abitanti della Terra nel contesto, per il momento, del sistema ONU secondo il modello dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) introdotta dall’Unione europea (vedi documento del gruppo di lavoro 10, https://www.worldcitizensinitiative.org ).
PPC
4. Primi strumenti operativi al servizio della messa in movimento
della concezione e realizzazione del Patto dell’Umanità.
In
tutti gli esercizi di progettazione e realizzazione di piani,
programmi e obiettivi, è necessario identificare le forze sociali
capaci di « dare gambe » alle idee. Le due ultime
proposte sono un tentativo di dare una risposta concreta, seppur
parziale e limitata, a detta esigenza.
La
priorità è data ai nuovi movimenti di mobilitazione mondiale, da un
lato, ed alle istituzioni comunali/collettività locali, dall’altro :
-
adesione/alleanza
e sostegno alle marce mondiali esistenti (delle donne, la Jai Jagal
2020, dei migranti…) e estensione del loro modello ad altre
categorie di abitanti della terra
( le madri, gli/le
insegnanti, i/le giovani,
i/le bambini/e...)
- istituzione
della Giornata degli Abitanti della Terra (GAT) il 15 dicembre di
ogni anno con il sostegno dei Comuni/Collettività locali.
La giornata degli
Abitanti della Terra avrà, ogni anno, un obiettivo preciso concreto
da realizzare nel quadro dell’esecuzione del Patto dell’Umanità.
Il giorno in cui gli obiettivi principali della Giornata saranno
realizzati, la Giornata avrà terminato la sua funzione e sarà
destinata eventualmente a trasformarsi in un’altra iniziativa a
servizio del Patto dell’Umanità.
Conclusione
Il
divenire della vita della Terra è ancora nelle mani degli Abitanti
della Terra.
Crediamo
con convinzione che le proposte presentate siano pertinenti,
appropriate e fattibili. Tutto dipenderà dalle lotte culturali e
sociali che le accompagneranno. La storia umana è fatta di numerosi
insuccessi locali, settoriali e temporari di tante buone proposte.
Quel che resta però incoraggiante è sapere che la storia umana
riesce, prima o poi, a realizzare ciò che per tante persone ed
istituzioni e per molti anni, è stata considerata un’utopia
irrealista e irrealizzabile. Il divenire della vita è più ricco in
creatività di quanto la ragione umana possa immaginare.
Documento
redatto ed approvato dai partecipanti all’Agorà su una proposta
iniziale di Riccardo Petrella.
- Saremo lieti di fornire ulteriori informazioni e spiegazioni a tutte le persone ed organizzazioni interessate al seguito da dare alle proposte contenute nella « Carta » .Procederemo, fra alcune settimane , al lancio della campagna di adesioni.Segnaliamo che per iniziativa di vari gruppi e/o reti partecipanti all’Agora sono state già previste o proposte nel 2019 una serie di agorà particolari (delle madri, calabro-sicula, delle bambine/bambini, del glossario dell’umanità, sul Consiglio di Sicurezza dei Beni Comuni Mondiali Pubblici, Giornata degli Abitanti della Terra…). Tante iniziative in prospettiva.
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